venerdì 30 dicembre 2011

É stato un piacere

É con viva e vibrante soddisfazione che scrivo questo centesimo, ed ultimo, post di Maremma Bona. Mi sono divertito a giocare al blogger, ho mangiato e bevuto con la scusa di scriverne, ma credo che il gioco sia bello se dura poco, altrimenti diventa un lavoro(e magari lo fosse diventato, ho una stima incondizionata per chi riesce a farsi pagare per mangiare e bere). Continueró a seguire l'argomento sui blog altrui, ce ne sono alcuni davvero ben fatti, a partecipare a degustazioni, a girare ristoranti, ma se vorrete la mia opinione vi toccherà chiedermela(sempre gratis ci mancherebbe). Saluti a chi mi ha seguito e a chi qui ci é capitato per sbaglio. Buon 2012.

mercoledì 14 dicembre 2011

Il salmone ar gatto, i mirtilli ar sorcio...



Oggi mi tocca.

Quando vivevamo a Roma, l'IKEA era lì, dietro casa, quasi una dependance, ma adesso che siamo a Grosseto è tornato ad essere quel miraggio che era stato anni fa quando ancora gli spacciatori di truciolato svedesi non avevano varcato il Rubicone.

Oggi mi tocca l'IKEA Day.

Sono disposto a girare tra gli scaffali per ore, a misurare e rimisurare per capire se lo scatolone entrerà in auto, persino a trascorrere pomeriggi a montare la libreria Expedit, ma il salmone coi mirtilli no.

Mia moglie lo sa e così non fa storie quando le dico che prima, però, andiamo a pranzo da Burde(sacrificata...).
Non sono mai stato da Burde, nonostante il gran parlare che se ne fa in Rete: si definisce trattoria, ma la cantina sembra quella di uno stellato, potresti chiamarlo ristorante, ma il menù è "a voce" e i vari neologismi, wine bar ad esempio, non si addicono affatto ad un luogo che era già aperto quando è nata mia nonna Adele, che ha un paio di mesi più di Rita Levi Montalcini.

E' Burde, semplicemente, locale storico fiorentino(con tanto di stemma sui piatti) aperto tutti i giorni a pranzo e il venerdì a cena(salvo eventi speciali, piuttosto frequenti) orchestrato dai fratelli Gori, Andrea in sala e Paolo in cucina.

Non indugio oltre in presentazioni, visto che vi sarà facilissimo trovare in Rete video e notizie su questo locale(Andrea è un perfetto Pollicino 2.0): l'ambiente è molto curato, con oggetti di gusto, che trasmettono calore, mentre il servizio è attento e veloce, tutt'altro che formale.
Mentre il locale si va riempiendo ci arrivano pane, schiacciata e un bel bicchiere di Chianti seguiti a ruota dalla nostra comanda: farinata gialla con cavolo nero per iniziare(piatto a me sconociuto prima, ma delizioso, anche grazie all'ottimo olio a disposizione) e lampredotto in zimino(piccante con spinaci, molto buono). Intanto agli altri tavoli atterrano zuppa di farro e ribollita, pecora in umido e rostinciana e altre preparazioni che ci incuriosiscono.

Allungo la mano per sbirciare la carta dei vini, abbandonata sul pianoforte(ignorantissimo in materia, comunque uno strumento musicale coi tasti): il concetto di trattoria svanisce di fronte alla selezione di Champagne o alla disponibilità di vecchie annate di Brunello Biondi Santi o di Fattoria dei Barbi, solo per fare pochi esempi.

Pochissimi minuti ed arriva il castagnaccio, alto e morbido, mentre Andrea insegue per la sala una bottiglia di vin santo, battibeccando con un cameriere su chi dovesse provvedere al rifornimento del dolce liquido.

Sicuramente una roccaforte della tradizione culinaria fiorentina, adatta anche per un pasto veloce e che merita anche una visita serale, con maggiore calma e magari il tempo di scegliersi una bella bottiglia.

E adesso si può persino andare all'IKEA.


P.S. Anche il caffè è molto buono, provatelo senza zucchero, primo perchè ne vale la pena, secondo perchè sennò mi fate arrabbiare Andrea.
N.B. Prezzi nella media(due primi, due secondi, acqua, un calice di Chianti, un dolce e due caffè 47 euro), si sale, ovviamente, se si ordina ciccia.

lunedì 21 novembre 2011

Slow olives






Di passaggio a Ascoli Piceno decido di fermarmi per un rapido pranzo da "Migliori", gastronomia/trattoria affacciata sulla bellissima Piazza Arringo(nella foto): il chioschetto sulla piazza vende vari fritti tipici(olive, crema etc) già pronti o "da viaggio"(pronti da friggere).
Ci sediamo in un tavolo della prima sala, tra il bancone e una parete ricoperta di bottiglie di vino, in gran parte locali: l'ambiente è molto carino, familiare(effluvi dalla cucina inclusi) e ci convinciamo di aver fatto la scelta giusta.
Pochi minuti per avere il menù e raccogliere l'ordinazione(con il palmare, maledetto, che in questo ambiente un po' stona): una bella porzione di olive ascolane, polenta con il ragù e pasticcio di melanzane(in due).
Qui sorge il problema...35 minuti per friggere una dozzina di olive in un locale ormai semideserto sono francamente troppe, tanto più se ai tavoli accanto i fritti arrivano in 5 minuti: i camerieri ci sfrecciano accanto impassibili e solo una serie di sguardi poco amichevoli di mia moglie convincono il ragazzo che ci aveva preso l'ordinazione a recarsi in cucina a vedere che fine avessero fatto le olive.
Vabbè può capitare...olive strepitose(ne avremmo mangiate anche un'altra dozzina), molto buona la polenta con il ragù, poco saporito invece il pasticcio di melanzane(una versione alleggerita di parmigiana).
Prezzi onesti(26 euro in due bevendo acqua), possibilità di acquistare cibi da asporto, enoteca abbastanza fornita, un buon posto per un pasto veloce(sempre che le olive non si perdano in cucina), gli daremo una seconda possibilità.

domenica 20 novembre 2011

Si cucina, non si scalda




Sabato sera ore 20. Non ci riduciamo mai all'ultimo momento, quando possiamo mangiare fuori prenotiamo sempre per tempo, ma stasera è andata così: passeggiamo per la città cerando di farci venire in mente un posto dove mangiare bene senza spendere una cifra, ma tutti i posti che ci vengono in mente sono pieni: siamo dalle parti di Piazza della Palma...e se andassimo a "la 16?". Solitamente lo scartiamo, perchè siamo sempre di fretta(e lì cucinano, non scaldano), ma stasera no: il locale avrà forse 20 coperti(di più in estate, sulla piazza) ed è semivuoto, ci fanno compagnia due signori over 70 seduti al tavolo all'ingresso. L'atmosfera è molto diversa da quella fashion del ristorante/wine bar di fronte, con il grande bancone di aperitivi e le pareti bianche, ma la cosa non ci dispiace affatto, anzi.
La signora Manila che si occupa della sala ci fa accomodare ad un tavolo ben apparecchiato(tovaglie candide, sottopiatti, belle posate) e ci porta subito il menù; l'ambiente è piccolo ma curato con i muri di mattoncini a vista e centinaia di bottiglie alle pareti, la proposta è molto varia, con preparazioni sia di carne che di pesce e un'attenzione estrema alla materia prima, che si evince già dalla lettura.
Estremamente interessante la proposta del menù "Euro" con la possibilità di scegliere due piatti da un menù più ristretto, ma comunque valido, a 23 euro a persona, compreso coperto, pane(buonissimo), fettunta con olio nuovo, acqua e un calice di Morellino o Vermentino.
Scegliamo quest'ultima opzione e ordiniamo un piatto di formaggi dell'Amiata con miele, uva passa, pinoli e menta e una tartara di vitella come antipasti e due tagliatelle al ragù bianco di vitello come primi. Ci vengono serviti due calici di Morellino di un'azienda che mi piace particolarmente(Celestina Fè) insieme a due fettunte con l'olio nuovo(pane intinto nell'olio, come si dovrebbe) e in un tempo ragionevole arrivano gli antipasti: si nota una certa attenzione alla preparazione anche estetica del piatto, ma il gusto non è certo da meno, ottima la scelta dei formaggi, affatto scontata, e deliziosa la tartara, merito sicuramente della scelta della materia prima.
C'è spazio per un po' di conversazione, per farci spiegare da Manila a cosa serve il gadget sul tavolo(non ve lo dico, dovete indovinare quando andate) e Bruno manda in tavola le tagliatelle al ragù bianco:  le due componenti si amalgamano benissimo anche se alla fine le tagliatelle la spuntano, la sfoglia è larga, ruvida e non troppo sottile, deliziose.
Chiusura con frutta al forno con caramello(ci andrebbe anche la panna che noi abbiamo omesso, ma voi mettetela) e una crema inglese espressa(arriva bollente) con sfoglie da inzuppare: non i soliti dolci, anche se forse un gradino sotto al resto della cena.
A memoria la miglior cucina provata per ora a Grosseto(me ne mancano alcune), da evitare solo per chi vuol riempirsi la panza e per chi ha fretta(per loro ci sono altre alternative).
Per chi vuole risparmiare c'è il menù "Euro", per chi non ha problemi di budget una vasta carta da cui scegliere, per tutti un servizio cortese e mai invadente(semmai il contrario).
Un'ultima nota sulla carta dei vini: particolarmente ampia, con predominanza di prodotti di alta gamma e disponibilità di alcune vecchie annate, presenta ricarichi un po' sopra la media, avrebbe bisogno "forse" di esser riscritta.

P.S. Prima di uscire sono andato a stringere la mano a Bruno in cucina...di Paesello in brick nemmeno l'ombra.


Ristorante "La 16"
Via Colombo 13(Piazza della Palma)
Grosseto
Tel. 346.0521069
www.la16ristorante.com

giovedì 17 novembre 2011

E' partita fiancata...



Ieri mattina prendendo il caffè, trovo una copia del "Corriere della Maremma" abbandonata su un tavolo del bar.
Il titolo è bello grande "Cordata senese per Maremma Incoming" e mi incuriosisce: per farvela breve, Franco Masoni, telecronista storico del Palio di Siena, fondatore e uomo simbolo di Canale 3 Toscana,(adesso passata alla figlia Virginia), sta consultando le istituzioni grossetane(Comune, Provincia, Camera di Commercio) allo scopo di acquisire il 60% di Maremma Incoming, consorzio fondato dalle locali associazioni di artigiani e commercianti per gestire e promuovere il turismo in Maremma. Come funzioni, o meglio non funzioni, Maremma Incoming lo spiega Paolo Regina, direttore di Ascom Confcommercio, a Giancarlo Capecchi(che caso...il Masoni di Maremma potremmo dire) che firma l'articolo: si tratta di un progetto-contenitore creato nel 2008, ma mai partito operativamente "perchè sul territorio è difficile reperire risorse di tipo tecnico, a livello provinciale, per fare questo lavoro".
Accidentaccio, ma non si poteva pensare ad un bel bando agostano, come avvenuto per la "figura di responsabile per la promozione del territorio, del vino e dell'agroalimentare"? In quell'occasione "il dinamicissimo presidente della Camera di Commercio" riuscì ad ottenere la collaborazione, ovviamente ben retribuita, di Luca Maroni.

Vabbè è inutile piangere sul vino versato, torniamo al Masoni e al gruppo di imprenditori senesi(Masoni li avrebbe indicati, Capecchi per ora li omette) interessati a rilevare il 60% di Maremma Incoming, per valorizzare la Maremma e le sue potenzialità, ivi compresi l'aeroporto civile, il centro fieristico del Madonnino e le strutture sportive.
Propositi lodevoli, direi, d'altra parte se le associazioni e le istituzioni maremmane trovano difficoltà nell'organizzarsi autonomamente è anche giusto che un soggetto privato possa loro offrire un supporto professionale ed organizzativo.

Sto per terminare la lettura, quando al giornalista sfugge una piccola anticipazione "nel pool del senese Masoni ci sarebbe anche la Galaxy dopo il disimpegno dall'aeroporto di Ampugnano".
"Disimpegno" non mi sembrerebbe proprio il termine giusto visto che sulla scelta di Galaxy come partner per la gestione dell'aereoporto di Ampugnano è in corso un'inchiesta della Procura di Siena che ha portato all'emissione di 16 avvisi di garanzia e che a giorni potrebbe portare anche a dei rinvii a giudizio.

Tutta questa vicenda non inficia naturalmente la validità della proposta di Masoni, figurarsi, ma credo che potrebbe indurre gli Amministratori grossetani a procedere con i famosi piedi di piombo, almeno fino a che la questione giudiziaria non sia stata pienamente chiarita.

Il Paesello ai tempi della crisi






Passo stamani di fronte ad un ristorante del centro storico molto carino, di quelli con il tocco dell'interior designer, con i prezzi medioalti, una vasta cantina, alla porta le vetrofanie(orribili se posso) dei vari riconoscimenti e guide(mi sovvengono "Ristoranti d'Italia", "Foodies"), insomma un posto molto cool, di quelli che puntano sulla qualità.

La cucina, almeno dalla strada, è a vista: ha una finestra molto grande che invita alla curiosità e così ne approfitto.
Sul piano di lavoro fanno bella mostra un paio di cartoni di "Paesello" vino bianco in brick di ottimo rapporto quantità/prezzo(15 litri per 9,50 euro qui).

Dunque: ho bandito il vino in brick per cucinare da casa mia, a furia di menate dei vari cuochi stellati, perchè "quello che usi per cucinare te lo ritrovi nel piatto" e invece i ristorantini alla moda, quelli che si riempiono la bocca di qualità, mi sfumano il mio piatto di pesce da 18/20 euro con del prezioso Paesello bianco?

Sarà la crisi?

martedì 1 novembre 2011

Ma i soldi chi te li dà?




Crisi di qui, crisi di là...se ne parla ormai anche alla Prova del Cuoco, ma mentre ho sentito varie ipotesi sulle cause di questa situazione e varie proposte, tutte fumose, sulle soluzioni possibili, mi sembra che quasi nessuno si sia azzardato ad ipotizzare quali saranno le ripercussioni di questo momento sulla nostra vita futura.

Tantomeno mi sembra che la questione abbia investito il mondo del vino.
Che la diatriba infinita tra Franco Ziliani ed Intravino sia così interessante da oscurare tutto il resto?
Che la "primavera" delle guide italiane abbia magnetizzato ogni attenzione?
Questo silenzio mi sembra strano, perchè il settore, per sua natura, dovrebbe essere uno dei più dipendenti dal sistema bancario: il fornaio monetizza entro la sera il frutto del proprio lavoro, l'imprenditore vitivinicolo no, ha immobilizzazioni che si protraggono nel tempo per mesi(se produce Lambrusco), ma anche per 5/6 anni(se produce Brunello o Barolo) e nel frattempo deve comunque gestire i flussi di cassa, aggravati anche dalle dilazioni infinite concesse ad alcuni clienti.

Accettiamo, per assurdo, che l'accesso al credito non riguardi le aziende vitivinicole, che siano tutte finanziariamente equilibrate ed autonomamente patrimonializzate: come influirà la crisi sui consumi dei clienti finali(italiani e non solo)?
Quanti di quelli, me compreso, che attualmente spendono 50/100/200 euro al mese in vino potranno continuare a farlo? E in quale misura?
Varrà la pena di mantenerli come clienti, con politiche di prezzo adeguate, in attesa di tempi migliori o sarà meglio cercarsi nuovi mercati e nuovi clienti più facoltosi?

Quante domande...

mercoledì 26 ottobre 2011

Ancora lui

Fonte: http://micheleambrosio.splinder.com


Vi ho mai detto che impazzisco per il Pan co' santi e che a Grosseto non ho trovato ancora nessuno che lo fa veramente buono(mi basterebbe anche un po' meno)?

L'ho già fatto lo so(qui, qui e ancora qui).

Non avendo ricevuto segnalazioni sul fronte maremmano, vi aggiorno su quello senese: solite certezze dal Panificio Giuliani di Torrenieri(frazione di Montalcino) che forse ha solo ridotto infinitesimalmente la quantità di frutta secca, mentre una new entry scala rapidamente la classifica, piazzandosi, al momento, al primo posto: Il Panificio "Il Magnifico" di Siena, non tradisce il nome e sforna un piccolo capolavoro di frutta secca e pepe nero, fragrante e saporito, anche in versione schiacciata(estrosità perdonata alla grande).
Di sabato pomeriggio abbiamo fatto un po' di fila per assicurarci un paio di panetti ancora bollenti di forno, prezzi altini(sopra i 13 euro/kg e bollente pesa ancora di più), ma non abbiamo rimpianto neanche un centesimo. Per i non amanti del genere, e ce ne sono, anche ricciarelli deliziosi, per tutti un servizio di vendita online direttamente dal sito(il pan co' santi non è nella lista, ma non credo avranno problemi a spedirlo comunque).


Panificio Il Magnifico
Via dei Pellegrini, 27
Siena
Tel. 0577.281106

domenica 16 ottobre 2011

Come funghi...



Strane stagioni quest'anno.
Caldo, afa, sole, neanche una goccia d'acqua...se non fosse per questo vento rinfrescante che soffia forte da alcuni giorni(un peccato solo perchè alimenta gli incendi) sembrerebbe ancora uno strascico d'estate.

E la vendemmia?
Come ormai su tutto in Italia(in Toscana a dire il vero lo si è sempre fatto) ci si divide in due fazioni, gli ottimisti, di natura o di convenienza, e i prudenti.
Per ora sospendiamo il giudizio, ne riparliamo quando ci sarà da berlo.

Diverso il discorso per quanto riguarda i funghi che quest'anno sono stati veramente una rarità: certo sui banchi del mercato qualcuno se n'è visto, ma i più avevano quel colorino smorto che denota una provenienza orientale e un sapore trascurabile...pazienza sarà per il prossimo anno.

Come funghi invece crescono le costruzioni nella zona del Pizzetti: ogni volta che ci passo accanto, per recarmi in città, mi chiedo dove alloggeranno al momento tutte quelle famiglie che stanno attendendo di andare a vivere nel nuovo quartiere(e soprattutto dove avranno trovato un mutuo).
Perchè ci deve essere per forza una lunga lista di persone che stanno attendendo quelle case, mica avremo cementificato un pezzo di campagna solo perchè non si sapeva cos'altro costruire in un momento di stallo?
Se così fosse, se avanzasse manodopera, anche a tempi persi, ci sarebbe sempre da completare quella palazzina all'inizio di Principina Terra, sulla sinistra, proprio vista rotatoria: è un piccolo lavoro, c'è già muri e tetto, ma lasciata lì in quel modo, ormai da anni, fa proprio schifo.
Se proprio non si trovassero le maestranze, almeno che qualcuno ci pianti un po' d'edera per decoro.

domenica 9 ottobre 2011

Secondi a nessuno

Photo di G.Francalanci by Flickr.com


Se c'è una definizione che proprio non sopporto è quella di "secondo vino".
Non voglio indagare le implicazioni commerciali e finanziarie di questa classificazione arbitraria, ma in prospettiva, mi sembra proprio che il futuro di questo tipo di prodotti sia piuttosto roseo e che la presunta "secondarietà" sia destinata a scemare.

A livello economico/politico stiamo vivendo giornate strane, in cui la necessità di un cambiamento di rotta mondiale è pari al nostro rassegnato immobilismo e se le aspettative non sono quelle di un nuovo boom mondiale, meno che mai italiano, quanto piuttosto di una progressiva, speriamo, frenata, non vedo come questo fenomeno non possa interessare, fin da subito, anche le scelte dei produttori di vino.

Se questo sarà (le alternative preferisco non prenderle in considerazione), credo proprio che ci sarà un rinnovato interesse per vini dalla sintassi corretta e comprensibile, prima di tutto piacevoli, pensati per accompagnarsi al cibo e di prezzo ragionevole.

Questo identikit sembra proprio corrispondere all'idea attuale di secondo vino.
Prendo ad esempio il Prugnolo 2009 di Boscarelli, Rosso di Montepulciano bevuto in più occasioni in questi ultimi giorni: nasce da genitori nobili, il Sangiovese e il territorio di Montepulciano, ma non te lo fa pesare, nè al palato nè al portafoglio(10 € circa), accompagna eccellentemente la cucina toscana e non ti costringe a parlare per tutto il pasto di lui, se non quando qualcuno ti fa notare che è già finita la seconda bottiglia.

Lo vogliamo chiamare ancora "secondo vino"? O meglio ancora "denominazione di ricaduta"?
Siamo sicuri che la scelta di un Nobile sarebbe stata migliore, che sarebbe stata più apprezzata?
E se sì, abbastanza da giustificare la spesa aggiuntiva?

lunedì 3 ottobre 2011

Alloctono sarai te!




La caccia all'autoctono vi ha stancato? Non ne potete più dei talebanismi del momento?

Bene, se il Vermentino e l'Ansonica non vi bastano, ma ce ne sono di ottimi, vi farà piacere sapere che in Maremma, nella zona a sud del capoluogo, soprattutto, si producono ottimi vini da uve sauvignon.

Ne produce una buona versione Antonio Camillo, braccio armato di Poggio Argentiera, che da qualche anno imbottiglia con il suo nome anche due ciliegioli pregevoli(Principio, più immediato, e Vallerana Alta, più etereo ed elegante, Eccellenza della Guida l'Espresso nell'ultima versione).
Per "Alture", questo il nome in etichetta, si utilizzano uve provenienti da una vigna vicino Pitigliano e quello che ne esce, nella versione 2010,  è un vino tagliente, di ottima bevibilità e con una predominanza delle note di pompelmo, sia al naso che, soprattutto in bocca. Un vino, a mio avviso, più adatto ad accompagnare la cucina di mare, magari anche la più corposa(penso al pesce azzurro) piuttosto che per un aperitivo, dove acidità e finale "amaro", di pompelmo appunto, risulterebbero meno bilanciate. L'assaggio a  qualche mese di distanza potrebbe riservare sorprese, comunque.

Scendendo da Pitigliano verso il mare, si incontra l'altra cantina che ha fatto conoscere il sauvignon Maremmano: Montauto.
Qui i vini prodotti con questo vitigno internazionale sono addirittura due: il Gessaia, da vigne recenti, delicato di note floreali e agrumate, tipiche, asciutto, diretto come il terreno che lo produce. Si avverte in questo vino, soprattutto nel finale, una maggiore sapidità rispetto all'Alture, verosimilmente dovuta alla maggiore vicinanza con il Tirreno.
Stessa nota salina che si ritrova nell'"ENOS I", proveniente da vecchie vigne(relativamente, 15 anni) e destinato ad altri traguardi sia qualitativi che evolutivi(assaggiato uno strepitoso 2006, ormai credo esaurito in cantina): un vino di ottima complessità ed eleganza che rappresenta un'altra sfaccettatura della Maremma grossetana, visto che non si vive di solo Sangiovese e Vermentino(ci sono l'Ansonica, il Ciliegiolo etc etc etc).

La mia esperienza si ferma qui, ma aspetto fiducioso indicazioni di altri produttori che si cimentino con questo vitigno, sono proprio curioso.


P.S. Perdonerete lo spot involontario per Esselunga. La campagna pubblicitaria era molto carina, il Sig. Caprotti mi è molto simpatico e il fatto che non possiamo avere un supermercato Esselunga nel raggio di 150 km mi fa molto schifo.

mercoledì 14 settembre 2011

La terra è bassa



Prendo spunto dai commenti di Nic Marsel su questo post odierno di Intravino: per farvela breve il commentatore sottolinea la tendenza a mitizzare la campagna e la vita contadina da parte di una fetta della popolazione che in realtà non ha esperienza diretta della campagna e che invece la ricerca in un piatto o in un bicchiere.
Nic paragona noi novelli bucolici(ebbene sì mi ci metto anch'io) a quei signori che alla fine degli anni '60, seduti al Bar Casablanca erano talmente affascinati dagli operai che volevano essere uno di loro(ma si guardavano bene dal farlo).

Pur non essendo nato in città, non posso vantare alcuna esperienza significativa in campagna, non mi sono mai sporcato le mani per intendersi, e forse proprio per questo, quel mondo mi affascina: alcuni di quelli che nella mia infanzia anni '80 erano solo dei "villani", sono diventati prima "imprenditori agricoli" e adesso che si stanno riconvertendo al "contadino", una qualifica molto più bio, sembrano aver fatto la scelta giusta, specialmente se confrontati a migliaia di "dottori" precari o disoccupati.

Probabilmente Nic ha ragione, la terra è bassa e di bucolico c'è poco, tanto che molti novelli agricoltori, con annesso agriturismo con piscina, si stanno scontrando, o si scontreranno presto con la dura realtà fatta di rate di mutui da pagare, di vini sopravvalutati e di contributi GSE in via d'estinzione(ci mancava solo il fotovoltaico a rovinare le campagne).

L'impressione, e parlo soprattutto per la mia esperienza, è che gran parte degli altri ambiti lavorativi si siano rivelati, in questi anni, talmente alienanti, inutili e deludenti che la reazione spontanea sia stata quella del ritorno alla forma di produzione primordiale, l'agricoltura.
Con la brutta aria che tira in giro, con l'attuale quadro economico/finanziario non mi meraviglierei che questa tendenza fosse in ulteriore espansione.

Ha ragione Nic Marsel, la terra è tremendamente bassa, ma tutto il resto sembra sprofondare.

giovedì 8 settembre 2011

Tempi Cupi




Serata revival quella di ieri sera.
Torno dopo un anno esatto alla Trattoria Cupi, di cui avevo parlato(benissimo) qui, e trovo un ambiente completamente rivoluzionato: il locale è stato chiuso per un lungo periodo per una radicale ristrutturazione e il risultato è sicuramente ottimo.

L'aria da bar/trattoria di campagna si è, ahimè, persa, ma gli spazi si sono ampliati, sono più luminosi e fruibili, con una bella veranda, in cui trovano posto una quarantina di commensali e una grande sala interna che, a occhio e croce, potrebbe andare bene anche per una cerimonia(io ho già dato, avanti un altro). Tanto spazio che i due ragazzi, bravissimi, in sala, si meriterebbero una mano...

Quello che non è cambiato, grazie al cielo, è il menù e la sua realizzazione: Maremma allo stato puro , senza voli pindarici, con materie prime locali di ottima qualità, ma senza ostentazioni(non si sventolano km0 o presidi vari).
In pratica potrete continuare a scegliere ad occhi chiusi.

Nel bicchiere una piccola selezione dei produttori vicini, con in testa Poggioargentiera, azienda quasi confinante con il locale: scelgo, senza esitazione, di riassaggiare il Vallerana Alta 2008 che già mi aveva convinto qualche mese fa.
Fresco di riconoscimento da parte della Guida "L'Espresso", nella versione 2009, non posso che confermare che questo è un Ciliegiolo da bere e ribere, con profumi netti tipici, ciliegia, e non, prugna, e soprattutto con un tannino magistralmente condotto.
Vi dico solo che mi son fatto ritappare il vino avanzato per portarlo a casa, cosa che non faccio mai(è avanzato sì, ma ero anche da solo a bere...)

Chiudo con la raccomandazione che si legge all'ingresso: "Se avete fretta, avete sbagliato trattoria".
Non vi fate intimorire, noi abbiamo mangiato in poco più di un'ora, ne vale la pena.



Trattoria Cupi
Loc. Cupi
Magliano in Toscana(GR)
Tel. 0564.589811

mercoledì 7 settembre 2011

La fine dell'assedio




A gridar vittoria non ce la faccio, diciamo che è stato respinto l'invasore a colpi d'urna, ma i problemi di fondo rimangono e da oggi ci saranno da risolvere quelli, senza più un nemico comune da combattere.

Restano in cantina le "poche" bottiglie non ancora vendute, restano le piante di merlot e cabernet che se non possono produrre Rosso, certo non debbono produrre aceto, restano gli ettari di sangiovese piantati dove in realtà il sangiovese non cresce bene, o perlomeno non a livelli di Montalcino, in un momento in cui l'espansione dei mercati obnubilava le menti, restano le bottiglie di Brunello a 10 euro, la scarsa fama del Rosso, mentre invece ce ne sono di eccellenti, il Brunello negli hard discount, gli strascichi di Cisternopoli e chissà cos'altro.

Serve, credo, che l'assemblea dei produttori individui al più presto una strada per il futuro che, se necessario, preveda anche una contrazione della produzione, una più accurata assegnazione dei diritti, un maggiore autocontrollo sul rispetto dei disciplinari che porti la credibilità di Montalcino in alto, ai livelli che le competono.

Chi dovrà prendersi l'onere di guidare e incanalare questo nuovo corso non lo so, ma temo che lo attenderà un compito non molto semplice, auguri.

lunedì 29 agosto 2011

Lasciamoli in pace


Torna alla ribalta la questione della modifica del Disciplinare del Rosso di Montalcino.

Il problema rimandato a febbraio, quando già ebbi modo di affrontare l'argomento in altro post, si ripresenta in un periodo un po' indelicato, la vendemmia, ma d'altra parte i nostri eroi hanno un master in "tempistica errata".

Non c'è motivo per cambiare il Disciplinare, se non per santantimizzare il Rosso e riciclare i filari di vitigni internazionali dei grandi elettori, ma francamente mi sono anche stufato di dire ai Montalcinesi cosa debbono fare.
Sanno benissimo cosa fare e, poco propensi ad accettare consigli non richiesti, rischierebbero di darsi la zappa sui piedi, per quelli che ancora la maneggiano, pur di non dare soddisfazioni a quegli esperti, talmente esperti, che nella vita fanno un altro mestiere.

Voteranno secondo coscienza, magari chiedendo conforto a qualche vecchio montalcinese di quelli che con la zappa potrebbero anche scrivere, e non ci saranno problemi, almeno per chi negli anni ha lavorato con giudizio senza costruire cantine hollywoodiane e pagare uaimecher dei miei stivali.
Per gli altri sarà solo giunto il momento di smetterla di campare di rendita e di iniziare a tirare fuori le doti di imprenditori. Se ne hanno.

giovedì 25 agosto 2011

Il carrettino va in salita




Non proprio semplice la sfida portata avanti dal ristorante "Il Carrettino" di Grosseto: portare avanti la bandiera della cucina siciliana, ma utilizzando soltanto materie prime senza glutine.
Senza dubbio una ghiotta opportunità per tutti coloro che soffrono di celiachia e per i parenti e gli amici che, almeno inizialmente, si trovano spiazzati da questa condizione(state allegri non si rischia di morire di fame!).
Il risultato di questa alchimia risulta piuttosto altalenante: un menù esageratamente ampio per quelle che sono le forze in campo(2 persone in cucina, 1 in sala) rallenta, e di molto, lo smaltimento della comanda, e crea qualche mugugno e tensione soprattutto nei tavoli dove tiranneggiano i bambini(vero Lorenzo?).
Buoni gli arancini e i cazzilli, molto buona la pizza e il pane(non paragonati alle versioni tradizionali, non mi sembra giusto); i piatti mostrano tutti una buona cura nella preparazione, ma non si incontrano exploit e anzi si nota una mano piuttosto pesante con l'olio(forse nemmeno di ottima qualità).
Molto bene i dolci, veramente da consigliare: cannoli, cassate e torta setteveli al cioccolato eccellenti.

Conto nella media, con la piacevole assenza del coperto, servizio di asporto per tutto il menù
 e vendita di prodotti senza glutine confezionati con orario continuato dalle 8 alle 23.

Putroppo gli effluvi della cucina arrivano anche in sala e al ritorno a casa gli abiti sono da lavare.



Il Carrettino
Via Bengasi, 7
Grosseto
Tel. 0564.28421

domenica 21 agosto 2011

Pesce d'agosto



Torno dopo un paio d'anni di assenza in uno dei pochi locali di Grosseto in cui si respira veramente aria di ristorante: in cucina uno chef con nome e cognome, Paolo Presenti, con un curriculum vastissimo, ma la curiosità di un ventenne, niente tovagliette di carta, un ambiente curato e di buon gusto.

In cucina, appunto, nulla è cambiato, si viene qui soprattutto per la cucina di pesce, anche se non mancano preparazioni di terra: dopo un calice di prosecco offerto, apriamo con un cacciucchino delizioso, talmente ricco di crostacei che alla fine il piatto dei gusci faticherà a contenerli e una vellutata di ceci con gamberi rossi di pierangeliniana ispirazione, solo leggermente asciutta.

Proseguiamo con risotto con branzino e tartare di scampi al limone, un piatto molto fresco e adatto alla giornata sahariana, e con il marchesiano raviolo aperto, cavallo di battaglia di Paolo, con frutti di mare e salsa di patate e curry, un accostamento particolarmente riuscito, che svela la passione dello chef per la cucina orientale(tanto che spesso vengono organizzate serate con cucina giapponese).

Sarebbe il momento dei secondi, ma qui emerge una delle caratteristiche del Fontanile, i piatti di porcellana bianca che utilizzano sono di dimensioni generose, come avviene in quasi tutta l'alta ristorazione, solo che qui hanno la tendenza a riempirli e così credo, ma potrò essere smentito, che affrontare un menù completo con antipasto, primo e secondo possa risultare difficoltoso.
Rimandiamo così la valutazione dei secondi ad una prossima visita, in cui assaggeremo sicuramente anche i crudi che, diretti verso un altro tavolo, hanno rapito i nostri sensi.

Sin qui, come premesso, nessuna grande differenza con la nostra precedente visita, mentre in realtà le novità ci sono e riguardano il resto del locale che, sfruttando lo splendido spazio interno e soprattutto esterno, è diventato qualcosa di mai visto a Grosseto, uno spazio polifunzionale aperto dalle 7 di mattina in cui si può venire per una colazione, a buffet o tradizionale, per leggere un libro o un giornale bevendo qualcosa in qualsiasi momento della giornata, per un pranzo veloce a prezzi ragionevoli, per visitare una mostra di quadri(molto carine le opere pop di Micaela Giuseppone esposte attualmente), per un concerto o per la presentazione di un libro o magari, come è successo a noi, per farvi leggere la mano, gratuitamente, da una cartomante.

In estrema sintesi una cucina di pesce navigata, ad un prezzo contenuto(4 menù degustazione a 28 euro) unita alla creatività di uno staff giovane che propone eventi culturali piuttosto infrequenti a Grosseto all'interno di un ambiente delizioso e rilassante: la sostanza cè sicuramente, si tratterà soltanto di farla apprezzare ad una città piuttosto abitudinaria.

Troppo zucchero? Effettivamente qualche osservazione da fare me la sono tenuta per il finale: la carta dei vini è sì completa e corretta, ma manca forse di un po' di coraggio, diciamo che scorrendola si incontranto troppi "soliti noti", mentre le piccole insegne colorate "made in China" all'ingresso sono kitsch ai limiti del tollerabile.



Ristorante "Il Fontanile"
Via Andrea Orcagna, 61
Grosseto
Tel. 0564.492959
www.ristoranteilfontanile.it

giovedì 18 agosto 2011

Vinellando 2011




Potevano stupirci con effetti speciali, magari con l'elezione di Miss Ansonica e Mister Morellino e invece a Magliano sono tradizionalisti e così anche stasera si eleggerà il miglior Morellino dell'annata 2009 nell'ambito di Vinellando, manifestazione enologica senza tanti fronzoli che si svolgerà da oggi a domenica nel borgo maremmano.
Intorno all'ora di cena verranno resi pubblici i risultati della votazione della giuria e verranno premiati i migliori prodotti, mentre dalle 21 sarà possibile degustare i Morellino lungo le vie del paese, acquistando il bicchiere della manifestazione a 5 euro.
Stessa modalità, con inizio alle 21, anche il sabato, mentre a partire dalle 17 sarà possibile acquistare i prodotti dei viticoltori della "risorta" provincia di Grosseto.

Sicuramente un'ottima possibilità per i tanti ospiti agostani di assaggiare il miglior prodotto delle vigne maremmane.

mercoledì 17 agosto 2011

Tagadà!







Si fa un gran parlare della nuova autostrada che dovrebbe finalmente collegare Rosignano Marittimo a Civitavecchia e dotare così anche la Maremma di una via di comunicazione veloce e sicura.
Come sempre capita in Italia ci si è divisi in diverse fazioni, c'è chi l'autostrada proprio non la vuole, chi la vorrebbe sul tracciato dell'attuale Aurelia e chi invece la vorrebbe su un nuovo tracciato.
Non voglio entrare nel merito della discussione anche perchè ne so veramente poco, l'unica certezza che ho è che qualcosa di deve fare perchè così non si va avanti: da Cecina a Grosseto la strada è un enorme Tagadà, anche rispettando i limiti di velocità talvolta sembra che le ruote si stacchino da terra e ci si sente Bo & Luke sul generale Lee, per non parlare del tragitto verso Civitavecchia dove gli incroci a raso mettono ogni giorno in pericolo la vita di chi percorre quel tratto.

Si deve fare in modo che la Maremma sia ben collegata e facilmente raggiungibile, altrimenti promuoverla potrebbe risultare un'opera vana.

giovedì 11 agosto 2011

Il giardino dei golosi




Stanchi di tavoli addossati, di sedie che si sfiorano, di bimbi che urlano perché confinati in spazi angusti?
Non sopportate più di uscire dai ristoranti con i vestiti che profumano di supplì?

Ai piedi di Massa Marittima c’è la soluzione ai vostri problemi: Villa la Boccia è un ristorante con un’ampia offerta basata innanzitutto sui piatti della cucina maremmana e sulla brace, ma che, per chi lo volesse, offre anche qualche piatto di mare.
Al di là della cucina però, comunque di buonissimo livello, quello che colpisce di Villa la Boccia è l’ambiente, con i tavoli disposti sotto a piccoli gazebo dislocati all’interno del bel giardino e circondati da siepi.
L’impressione è quella di mangiare in una saletta riservata nel mezzo alla natura, in un’atmosfera veramente discreta e rilassante e con la possibilità, per i più piccoli, di approfittare dei giochi disponibili nel giardino e per voi di dimenticarvi di averli portati a cena.

Per gli appassionati di vino una carta alquanto esaustiva della produzione maremmana, con ricarichi estremamente contenuti ed addirittura una sezione “outlet” con bottiglie in promozione(noi abbiamo bevuto “Ampeleia 2005” per meno di 15 euro), mentre per i golosi, quindi per tutti, una crema di mascarpone che da sola vale il viaggio.

Scontrino alla mano, si riesce a mangiare e a bere bene, senza strafare, con 25 euro, senz’altro ben spesi, soprattutto in estate, quando sulla costa si boccheggia mentre qui serve la felpa o un maglioncino.



Villa La Boccia
Loc. Schiantapetto
Massa Marittima(GR)
Tel. 0566.902118

domenica 7 agosto 2011

0577/301240



Prendete il telefono, scrivete il numero che è nel titolo e salvatelo in rubrica, con il nome "FUTURA OSTERIA" e l'indirizzo "ABBADIA ISOLA".

Fatto?

D'accordo, non siamo in Maremma, ma prima o poi passerete in zona, per visitare Monteriggioni o per confrontare il Chiantishire con la Maremmashire, per acquistare qualche cassa di Chianti o un prosciutto di Cinta.
Quel giorno cercherete il numero di Futura Osteria e spererete che abbiano ancora posto, se lo avranno capirete perchè ve l'ho fatta così lunga.

In questo borgo dell'anno Mille, dove fino a pochi mesi fa sorgeva la Leggenda dei Frati, ristorante di grido adesso trasferitosi poco lontano, si è insediata una delle cucine più concretamente creative della zona: prodotti di stagione reperiti nei dintorni, ricette tradizionali rivisitate senza stravolgimenti, menù mensile con piatti del giorno, una cantina con una cinquantina di vini scelti, molti biologici o biodinamici, e prezzi onesti.

Se cerco nella memoria non mi viene in mente nulla di simile e infatti questa è l'osteria del futuro: pappa col pomodoro solare, zuppa di cicerchie con polpo e cozze elegantissima, fegatelli con la rete di una morbidezza mai provata e un coraggioso polpettone estivo.
Mi limito a parlare di ciò che ho mangiato, tutto il resto, quello che per adesso a malincuore non sono riuscito ad ordinare, lo troverete qui.

In conclusione pane con l'olio, pesca arrostita e gelato alla vaniglia, un dolce che, a mio avviso, potrebbe essere utilizzato come biglietto da visita del ristorante: talmente delizioso che vorresti averlo creato te, talmente semplice che proverai sicuramente a rifarlo a casa.

Andateci senza timore, il conto vi stupirà positivamente(25 euro per gli astemi), andateci soprattutto prima che si sparga la voce, che non si trovi più posto e che aumentino i prezzi.

sabato 6 agosto 2011

Filambiente






Ieri sera esordio di Festambiente 2011, l'evento musicalmente e culturalmente più rilevante dell'estate maremmana, che si svolge ormai da diversi anni ad Enaoli, all'interno, o di poco all'esterno, del Parco Nazionale dell'Uccellina.
Esordio col botto, con il concerto di Caparezza, artista pugliese ormai dai alcuni anni ai vertici della discografia italiana.
Ci si aspettava sicuramente una grande affluenza, peccato ne sia arrivata almeno il doppio, tanto che il delicato Sistema Enaoli(una strada di accesso e una di uscita, un carabiniere all'uscita dell'Aurelia, una ventina di addetti ai parcheggi) è andato subito in tilt.
Partiti da Grosseto alle 19.45, siamo entrati alla festa alle 22.00, due ore di fila per arrivare alle casse(4 e non vi lamentate), decine di furbi che scavalcavano la fila, un auto che si fa largo tra la folla a colpi di clacson, attacchi di panico e pianto di bimbi.

Aahhhhhhhhhhhh finalmente ce l'abbiamo fatta...basta non avere fame/sete/bisogni corporali.
Per farvela breve un'altra mezzoretta buona di fila per il self service vegetariano dove perlomeno abbiamo mangiato bene(molto buoni i tortelli con le erbette) e speso il giusto.

Stupendo e coinvolgente il concerto, tanto che nei sorrisi della maggior parte delle persone non si leggeva il giramento di OO che traspariva invece nell'attesa all'ingresso.
Forse, però, sarebbe il caso di ripensare la location, viste anche le problematiche di sicurezza che presenta l'area dei concerti.
Stasera intanto si replica con Daniele Silvestri e si prosegue sino a Ferragosto, il programma completo sul sito di Festambiente.

giovedì 4 agosto 2011

Ciccia Estiva





La Locanda del Glicine di Campagnatico(GR) organizza per sabato prossimo, 6 agosto, un evento(in poche parole una cena) dedicato a chi vuole sfidare le convenzioni e sfatare i luoghi comuni.
In estate la carne diventa infatti ospite sporadica della nostra tavola, superata da alimenti apparentemente più "freschi" e "leggeri": da qui l'idea di Daniele Zanzucchi, chef del locale, di proporre un menù di carne estivo giocato su tagli di carni adatti a preparazioni estive e su salumi di qualità superiore, salumi che a partire da questo mese si aggiungeranno alla già gustosa carta del ristorante.
Questo il menù della serata:

Prosciutto della Foresta Nera con misticanza alla citronette di mela e praline di melone
Tartare di Chianina al tartufo estivo delle Crete Senesi e Parmigiano Riserva

Pappardellone al grano saraceno, cipollotti croccanti e julienne di Culatello
Ravioli di patate e cipollina, passato di zucchine in fiore e brasato di cinghiale

Cinghiale estivo biscotto quasi dolce al mais, misticanze e more fresche

Ghiacciolo alla menta selvatica
Mousse al cioccolato alla portoghese e gelato al caffè bianco

Il costo della serata è di 45 euro, la cena sarà accompagnata dai vini della Cantina Pieve Vecchia.

Il menù è molto stuzzicante e la Locanda è garanzia di qualità, il prezzo non proprio modico, ma comunque all inclusive. Se c'è ancora posto vi consiglio un tavolo all'aperto.



La Locanda del Glicine
Piazza Garibaldi 6
Campagnatico(GR)
Tel. 0564.996490
Mail: ilglicine@tin.it

domenica 31 luglio 2011

La sala giochi






Maremma Bona torna dopo un mese, quasi due, di ferie operose.

Prima tappa a Follonica, zona Salciaina, meta di anni e anni di vacanze preadolescenziali.
Centinaia di appartamenti, pressochè disabitati da ottobre a maggio, che con la bella stagione si popolano di vacanzieri provenienti da ogni parte della Toscana e non solo.
Dove una volta sorgeva un bar, ma soprattutto una sala giochi all'aperto, da qualche anno è stato aperto un ristorante/pizzeria, il Pirata.
Ambiente molto ampio, con tavoli distanziati sotto il pergolato e un'area attrezzata per far giocare i più piccoli, servizio cortese e piuttosto celere, un ambiente poco evocativo, ma sicuramente perfetto per famiglie e tavolate di amici.
Siamo andati a verificare il bene che si dice di questo posto in zona e devo dire che, ambiente a parte, non posso confermare i giudizi entusiasti.
Purtroppo quello che esce dalla cucina non è affatto all'altezza: l'antipasto misto di mare è per niente originale ed è piuttosto abbozzato, sebbene non risulti affatto economico(15 euro), mentre i piatti successivi non convincono mai pienamente.
Diversa l'impressione derivante dalla pizzeria, con pizze grandi e ben condite.
In breve, a mio avviso, una buona pizzeria "grandi numeri", ottimamente organizzata, con un reparto cucina assai migliorabile...quasi quasi rimpiango la sala giochi.

Il Pirata
Via Lago Trasimeno 20
Follonica
Tel. 0566/56618

venerdì 3 giugno 2011

I Briganti di Marina




Se nel 2000, quando la Locanda dei Briganti ha aperto, vi avessero proposto di iniziare un'attività di ristorazione nella zona "industriale" di Marina di Grosseto, probabilmente vi fareste fatti una risata, perchè, se è vero che praticamente si trova all'interno della pineta, è anche vero che il circondario è tuttaltro che glamour.
Ma Lallo e Lele sono glamour a modo loro e si sono buttati in questa avventura mettendoci la faccia, anzi tutto il corpo, e aprendo questo ristorante che in pochi anni ha riscosso un successo notevole, tanto da dover aprire anche una filiale sulla passeggiata di Marina di Grosseto.
I motivi di questo successo sono sostanzialmente due: non sto ad elencare il menù, anche perchè la versione originale è molto più suggestiva, ma qui si fa cucina maremmana schietta, senza grandi ricercatezze, cercando comunque di cucinare con semplicità, le materie prime che offre questa terra.
Il risultato sono prelibatezze come gli gnocchi sotto la cenere o il lenzuolo, un tortello gigantesco da condire a piacere, ma soprattutto la griglia generosa su cui trovano posto maiale, chianina, cinghiale, agnello e persino il bisonte.
Ottima la scelta anche dei contorni(le patatine fritte su tutti) e dei vini, anche se il rosso della casa soddisferà anche palati abbastanza esigenti senza appesantire il conto, che risulta essere comunque onesto(scontrino compreso).
E il secondo motivo di questo successo?
Credo proprio che non ve lo svelerò, per non togliere la sorpresa a chi non c'è ancora stato: se vi volete divertire vi consiglio di andare nel fine settimana e, prenotando, di chiedere un tavolo all'interno, mentre se volete stare tranquilli, saranno da preferire i giorni infrasettimanali e la veranda.
Fatemi sapere.


La Locanda dei Briganti
Via Corvetta 8
Marina di Grosseto
Tel. 0564.34340

La Cantina dei Briganti
Via XXIV Maggio 50
Marina di Grosseto
Tel. 338.9503003

martedì 24 maggio 2011

Consigli non richiesti

 



Torno, credo per l'ultima volta, sull'argomento Maremma Wine Shire 2011 con una breve serie di consigli e spunti per le prossime iniziative del progetto e per la prossima edizione 2012.
Non ho titoli per farlo e nessuno me ne ha chiesti, ma, come diceva uno ganzo,"libertà è partecipazione".
  • Carta: i cataloghi patinati e le pubblicazioni fotografiche sono belle, oltre che costose e poco ecocompatibili,ma doversele portare in giro per una fiera enologica, seppur riforniti di sporta, è pesante e scomodo. Ci si potrebbe limitare allo stretto indispensabile, una cartina delle postazioni o, meglio ancora, un piccolo quaderno con elencate aziende e vini presentati con lo spazio per annotazioni.
  • Degustazioni: nonostante gli sforzi dei giorni precedenti non sono riuscito a sapere quali fossero le degustazioni guidate in programma. Meglio così perchè la sala degustazioni era proprio sotto una vetrata con il sole a picco, improponibile. Per la scelta delle degustazioni meglio seguire criteri logici(il Ciliegiolo in purezza, l'Alicante, la zona di Manciano, i vini del Giglio etc) piuttosto che criteri da par condicio(6 Morellino a estrazione sempre che non siano stati estratti anche lo scorso anno...).
  • Postazioni: sarebbe preferibile posizionare le aziende con un qualche criterio(quello alfabetico di solito funziona). Il random non è un criterio efficiente, di solito.
  • Postazioni II: non è obbligatorio partecipare alla Fiere, ma se uno lo fa deve presidiare il banco di assaggio per tutta la durata della manifestazione(funzioni fisiologiche a parte). L'organizzazione potrebbe fornire una task force di volontari/sommelier/hostess che, pagando, sostituiscano i produttori per brevi o lunghi periodi.
  • Acqua: non di solo vino vive l'uomo, specie se ci sono 30°. Le bottiglie in giro sono poche e gli espositori tendono a nasconderle per chissà quale futura evenienza.
  • Animali: dite quel che volete, ma i cani che girellano liberi per una fiera non si possono proprio vedere. E pazienza se il barboncino della Contessa soffre la solitudine.
  • Internet: ormai l'hanno inventato e far finta che non esista è tremendamente out o eccessivamente snob. Bene allora la creazione del sito e del blog anche se da qui a dire di averne compreso lo spirito ce ne corre. E pensare che uno dei migliori blogger italiani è un produttore/espositore di Maremma Wine Shire.
  • Internet II: esiste da qualche tempo questa nuova figura, difficilmente inquadrabile, a metà tra il giornalista e l'appassionato, diciamo un appassionato che scrive. Talvolta ha un pubblico molto vasto, quasi sempre ha un pubblico molto qualificato(gente che poi il vino lo compra davvero e in quantità, per intenderci). E' vero che difficilmente ripeterà il comunicato stampa che gli avrete inviato in copia, è vero che spesso vi muoverà delle critiche e vi romperà le p***e. Ma se manifestazioni più radicate e blasonate di MWS lo considera,e lo coccola, alla stregua di un giornalista, un motivo ci sarà...

lunedì 23 maggio 2011

Chi si loda...








“Di questo passo la Maremma diventerà la capitale dell’enogastronomia nel mondo”. Questo è il commento del presidente della Camera di commercio di Grosseto Giovanni Lamioni riferendosi al successo di Maremma Wine Shire 2011.

E' vero che in queste giornate di campagna elettorale siamo abituati a sentire un po' di tutto, ma devo dire che nonostante ciò questa dichiarazione, riportata sul blog della manifestazione, mi ha colpito.

Mi ha colpito innanzitutto perchè a MWS ci sono stato, come semplice visitatore pagante(e non avrei potuto fare altrimenti), domenica mattina, e mi sono trattenuto anche un paio d'ore per cercare di farmi un'idea.
Ho visto due realtà diverse, molto diverse.
Da una parte gli spazi espositivi dedicati al pubblico indistinto con numerosi banchi di assaggio abbandonati per ore dagli espositori, temperature in alcuni casi insopportabili, bicchieri inadatti, vini bianchi conservati fuori dal ghiaccio, bottiglie d'acqua introvabili e chissà cos'altro che non ho notato.
La risposta del pubblico era evidente, i meno motivati avevano preferito una giornata al mare(visto il clima), mentre i più curiosi, me compreso, si sono presto scoraggiati(sul taccuino ho solo 11 assaggi...).
Dall'altra parte invece ho avuto modo invece di sbirciare la nuova sezione B2B(business to business) dove i produttori incontravano gli operatori della distribuzione e del commercio(stranieri in particolare): saloni affollati, servizio ben strutturato e un clima, lì sì, da fiera vera e propria(anche se si preferirebbe che lo si chiamasse Salone).
La sensazione netta è che gli sforzi degli organizzatori si siano indirizzati, più o meno esplicitamente, verso questa seconda componente, mentre la parte "popolare" della manifestazione sia stata trascurata o per scelta o per limitatezza di tempo/risorse.
Niente di male, anzi, sarebbe auspicabile però che il progetto, dopo questi due primi anni di rodaggio, scegliesse quale identità veicolare, a chi si vuol rivolgere, definendo una formula, quanto più originale e attraente, che possa ottimizzare le risorse: una fiera generalista rivolta ad un vasto pubblico, senza chiari elementi di originalità, posizionata in coda a decine di eventi simili e in una stagione poco favorevole rischia di essere pressochè inutile.
D'altronde se ci si presenta con lo slogan "i nuovi protagonisti della Toscana" non ci si può esimere dal comunicare perchè e in cosa si è nuovi.
La via, probabilmente, è già scritta nei numeri: nel numero dei visitatori paganti, in rapporto ad altri eventi simili e alla precedente edizione, e nel numero di contatti commerciali imbastiti o finalizzati in questi tre giorni, nei costi di una manifestazione del genere e nei ricavi che genera o genererà.

Ma per questo ci sono i produttori, che sono prima di tutto imprenditori,  a cui non piace sperperare tempo e risorse.

Per i proclami invece, sapete già a chi rivolgervi.

domenica 22 maggio 2011

Bicchieri roventi






Prime impressioni a caldo, ma poi come, su MAREMMA WINE SHIRE manifestazione di promozione del comparto enologico della Provincia di Grosseto, giunta alla seconda edizione.
L'ambientazione resta quella dello scorso anno, presso GROSSETO FIERE, a Braccagni, parcheggio comodo e gratuito, a pochi metri dall'uscita dell'Aurelia, nulla da eccepire.
Chi aziona i meccanismi del meteo non sembra avere in simpatia questo evento e così dopo l'autentica alluvione dello scorso anno, è riuscito ad essere ancora più crudele: 30° al'ombra e un sole cocente che deviano sulle spiagge  i visitatori meno motivati(a occhio non pochi) e innalzano spaventosamente le temperature dei locali che, sebbene dotati di condizionamento, rischiano di trasformarsi in fornaci(tutta la mia solidarietà ai ragazzi di Ampeleia costretti sotto una vetrata con il sole a picco).
Il colpo d'occhio all'ingresso è buono, è rappresentata quasi tutta la produzione della Maremma grossetana e c'è l'imbarazzo della scelta: passeggiando tra i banchi si iniziano però a notare le prime pecche, frutto, credo, di inesperienza. Sono infatti numerosi i banchi d'assaggio lasciati incustoditi per tutta la mattinata, segno, forse, di una partecipazione poco motivata all'evento(in questo caso per l'azienda l'effetto è quello di un boomerang, sarebbe stato forse preferibile non partecipare affatto), mentre altre aziende presentano i vini a temperature grossolanamente sbagliate con bottiglie di bianco a temperatura ambiente e al contempo si perdono le tracce delle bottiglie d'acqua, spesso nascoste, che invece sono utilissime sia per sciacquare i bicchieri che per togliersi la sete.
Anche il capitolo bicchieri, nella foto, mostra luci e ombre: molto gradito come omaggio(a fronte di soli 7 euro di ingresso) ha la caratteristica di essere molto, troppo, piccolo e sebbene molto carino da esporre sulla credenza, non permette certo un'adeguata degustazione.
Meglio, decisamente meglio, il capitolo vino dove cattura l'attenzione la svolta "naturalista" di Poggio Argentiera dove il vino simbolo, per me, della Maremma grossetana, il Capatosta, abbandona, in parte nel 2008, del tutto nel 2009, la barrique(come preannunciato) in favore di legni meno invadenti: la bevibilità ne guadagna esponenzialmente e anche la piacevolezza, tanto che risulta difficile non finire il bicchiere. Per chi riuscirà a superare lo shock cromatico, il 2009 complice anche l'annata è irriconoscibile alla vista, si prospettano grandi soddisfazioni. Note positive anche per Ciliegiolo Vallerana Alta, già recensito, che in questo ulteriore affinamento in bottiglia ha digerito ancor meglio l'apporto dei legni.
Si sta muovendo in questa direzione, seppur con più cautela, anche Ampeleia con vini meno "lavorati", ma che comunque mantengono la complessità che rimane la spina dorsale del progetto: di certo i vini più "mediterranei" della zona, bevibilità a ottimi livelli sin da adesso per il Kepos 2008, mentre all'Ampeleia 2007 si potrà concedere tranquillamente ancora un po' di riposo.
Ottimo il lavoro anche di Salustri con il Marleo 2009 che chiede un po' di pazienza, mostrando ancora un tannino d'attacco, mentre il Grotte Rosse e il Santa Marta 2008 si confermano ai vertici della denominazione Montecucco Sangiovese.
Un'ultima nota su un'azienda di cui ho spesso apprezzato la produzione, Poggio Nibbiale, che seppur con una diversa chiave stilistica, realizza un Morellino base e un Morellino Riserva di estrema piacevolezza e con un rapporto qualità/prezzo estremamente conveniente.
Queste le mie impressioni, tornerò comunque sull'argomento Maremma Wine Shire a brevissimo, visto che offre diversi spunti di riflessione.

lunedì 16 maggio 2011

L'ho fatto di nuovo




Sarà che qui ho cenato la prima volta con mia moglie, sarà per l'ambiente finto newyorkese, fatto sta che ogni volta che mi ritrovo nel centro di Roma all'ora di pranzo, soprattutto di domenica, quando moltissimi sono chiusi, mi capita di sedermi ai tavoli di Gusto, sezione Osteria.
C'è qualcosa di irrazionale in questo, un'attrazione atavica, perchè qui io ho sempre mangiato così e così spendendo comunque troppo.

E così è andata anche l'ultima volta, domenica scorsa, quando ho mangiato la seconda peggior amatriciana che la mia memoria ricordi(nella peggiore, a poche decine di metri di distanza, avevano messo la panna), un onesto piatto di roast beef , patate arrosto mal riscaldate, una torta di ricotta e visciole e una crostata, apprezzabili, e un rosso della casa, che vorrei andare a casa dei proprietari per vedere se se lo bevono davvero a casa loro...tutto per la modica cifra di 55 euro, quando la sera precedente con 5 euro in più qualcunaltro ci aveva deliziato e splendidamente dissetato.

Dicono sia colpa del fatto che siamo nel centro di Roma.
Ma perchè qui è impossibile far rinvenire a modo dei maccheroncini precotti, in modo che assumano di nuovo, più o meno, la forma originale?
Lo sembra, perchè i miei maccheroncini non li avrebbe riconosciuti neanche la madre tanto erano acciaccati.

E poi non se ne può più di trucchetti ingrassaconto come il pane buono, ma non richiesto, a 2 euro a persona o l'acqua del rubinetto(naturizzata s'intende, ma a Roma l'acqua del rubinetto è buonissima così com'è) a 2 euro e 50.

Non guardate me che forse ci cascherò ancora, voi, se potete, cercate un'alternativa o perlomeno evitate di trovarvi al centro di Roma, affamati di domenica, a meno che non vogliate fare colpo sulla donna che avete davanti, visto che per me ha funzionato.

domenica 15 maggio 2011

Una sera, non per caso, ad Albano...



"Qui non si capita per caso".
Così ci accoglie Alessandro, proprietario e anima, insieme alla moglie Sabrina, del "Trama Tannica" di Albano Laziale(laziale, ahimè, come lui, mi dicono).
Effettivamente imbattersi in questo locale grande la metà del salotto dei miei(e non sono figlio di Donald Trump) non è facile, tanto che anche noi ci arriviamo su indicazione di una guida(Osterie d'Italia 2011 di Slow Food), alla ricerca di un posto tranquillo, lontano dal caos dopo una giornata romana e di un po' di attenzioni.
Scommessa vinta.
Il locale è molto accogliente, ai limiti dell'eleganza, con luci soffuse e toni scuri; a pochi centimetri la cucina da cui entrano ed escono, alternandosi, Alessandro e Sabrina: due fuochi e un bollitore da cui salta fuori un estratto della cucina laziale, fondato sulla qualità della spesa e ravvivato dall'estro del cuoco.
Se questa è l'anima del Trama Tannica, diverse sono le sue declinazioni: si rifugia qui chi cerca un vero aperitivo, con una buona scelta di etichette e assaggi gustosi(salumi e formaggi selezionatissimi e creazioni varie della cucina), ma anche chi vuol decisamente cenare, attingendo dal menù declamato da Sabrina.
Da questo scegliamo carciofi alla romana, teneri e gustosi, con lardo di Patanegra ed un'anteprima della caponata di melanzane con ricotta salata di Sabrina, deliziosa nonostante la stagione delle melanzane sia ancora agli albori.

L'elenco dei primi si basa quasi esclusivamente sulla "Gricia" declinata in numerose varianti tra cui abbiamo assaggiato quella dell'orto con degli asparagi piccoli e profumati, mentre ci hanno incuriosito, e affascinato, i "tonnarelli della Trama" con tonno di Cetara, cipolla di Tropea, capperi di Pantelleria e olive di Itri: la cottura, a mo' di risotto, crea un sugo cremoso e avvolgente elargito in quantità imbarazzante, che spinge persino alla scarpetta , tanto appetitoso da non farci notare come il tonnarello si fosse tramutato in spaghetto.
Dalla cucina, gentile omaggio, arriva su tutti i tavoli un assaggio di risotto nero con il sugo della coda: il piatto è frutto di estro e ricerca e anche l'improbabile aggiunta estemporanea di buccia di limone e cacao non fa che aumentare la complessità del gusto. Un piatto non per tutti i palati, ma sicuramente da provare.
Rimandiamo alla prossima visita l'assaggio dei secondi, anche se posso anticipare che viene passato in rassegna tutto il quinto quarto, con l'aggiunta di abbacchio, in diverse varianti, e di montone.
Il merito dei dolci, invece, è tutto di Sabrina e se i più tradizionalisti gradiranno sicuramente le ciambelline al vino, i più golosi impazziranno per il tiramisù espresso(anche nella versione primaverile con le fragole).
Da bere un'ampia lista dei vini, anche con etichette importanti, ma il mio consiglio è quello di restare in zona con i vini "della casa": una Malvasia Puntinata in purezza meravigliosa(conoscevo questo vitigno solo nella versione dolce) e un validissimo Cesanese del Piglio.
Solo un piccolo appunto patriottico alla lista dei vini, l'assenza praticamente assoluta di vini maremmani con il solo Morellino base de "Le Pupille", proposto tra l'altro ad un prezzo molto poco concorrenziale.
A corredo di quanto mangiato e bevuto, la disponibilità e la simpatia dei titolari saranno sicuramente gradite, in abbinamento alla leggerezza del conto, nel nostro caso 30 euro a testa(antipasto, primo, dolce, acqua, vino e caffè), compreso lo scontrino.
Un posto dove non si capita per caso, ma soprattutto dove non si torna per caso.


TRAMA TANNICA
Via Andrea Costa, 15
Albano Laziale
Tel. 06.9321625

venerdì 13 maggio 2011

Tu vuo fa l'americano...







Come saprete, ma non è indispensabile, dal 21 al 23 maggio si svolgerà a Braccagni “Maremmawineshire”(auanagana) l’esposizione universale, più o meno, dei vini prodotti nella Provincia di Grosseto, organizzata per il secondo anno dalla Camera di Commercio locale.

Come avviene per eventi del genere, ho inviato una mail all’organizzazione richiedendo cortesemente l’accredito stampa(anche noi poveri blogger siamo, talvolta, assurti a tale rango) e soprattutto materiale relativo all’evento(calendario, eventi correlati etc), informazioni non disponibili sul manifesto e sul blog della manifestazione.
Mi hanno risposto, con estrema celerità, che mi sarei potuto accreditare all’ingresso presentando “un suo biglietto”.
Andrà bene un biglietto del treno?
Viaggio con l’abbonamento, ma un biglietto lo rimedio.
O forse si riferiscono al mio biglietto da visita?
Cavolo non ce l’ho!!!
Come ho fatto a non pensarci prima, sono un blogger senza biglietto da visita, devo correre subito a procurarmene uno.
O forse faccio prima a pagare i 7 euro di biglietto?
Nel frattempo ricevo una seconda mail: per l'accredito sarà sufficiente presentare il tesserino di iscrizione all'Ordine oppure una presentazione su carta intestata firmata dal caporedattore...ok, ho capito, vado a rompere il salvadanaio.
In allegato anche il materiale sulla manifestazione: la solita locandina, il solito comunicato stampa, un intervento in burocratese del Presidente della Camera di Commercio da cui apprendo che la caccia sarebbe uno sport e un accenno ad una lodevole iniziativa di beneficienza.
Nessun accenno a laboratori, incontri coi produttori, degustazioni particolari, verticali, orizzontali, diagonali, non ci saranno o non è dato saperlo?
Intanto apprendo che Maremma Wine Shire approderà a New York. Mi sarei aspettato il Kansas City.

venerdì 6 maggio 2011

Obbiettivo 100.000



Fine settimana molto intenso per chi, alle chiacchiere internettiane, preferisse assaggiare del vino(buono o meno buono si stabilirà poi) o ambisse a scrivere al più presto su Dr.Wine.
Si inizia oggi stesso, fino a domenica 8, al ristorante Chichibio, a pochi metri dall'uscita di Firenze Certosa, con la degustazione "Centovini d'Italia" organizzata dalla Vinoteca al Chianti: i vini in realtà sono ormai diventati più di 300, tutti ottenuti da vitigni autoctoni(il termine è abusato ma non mi sovviene un sinonimo), tutti degustabili e, inoltre, acquistabili in loco con uno sconto del 10% sul listino.

Spostandoci verso ovest, Lucca ospita, nei giorni di sabato e domenica, la manifestazione "Anteprima Vini della Costa Toscana" che presenta il meglio della produzione costiera toscana: oltre 80 produttori presenteranno i prodotti in commercio oltre a numerose anteprime con la possibilità, anche in questo caso, di acquistare direttamente i prodotti degustati.
In questo caso, oltre alla classica degustazione, si segnalano numerose iniziative collaterali che vanno dalla presentazione di una selezione di vini del Rodano, alla possibilità di presentare il proprio vino del cuore, armati di due bottiglie e un po' di faccia tosta(qui l'elenco completo dei laboratori disponibili).
Ingresso aperto a tutti con biglietto di ingresso di 15 euro(gratuito per operatori del settore e stampa).

La fatica, si fa per dire, si conclude lunedì 9 a Follonica(GR), presso i bagni Oasi, dove Gianpaolo Paglia, per l'occasione in veste di distributore, ha organizzato una degustazione di oltre 150 etichette proposte dalla sua azienda in collaborazione con Le Caves de Pyrene e Sarzi Amadè.
Un'eccellente occasione per ottenere un punto di vista sensibilmente diverso sulla produzione italiana e francese: ad accompagnare il tutto la cucina dell'Oasi sostenuta, passatemi l'eufemismo, da Domenico Pichini del Tufo Allegro di Pitigliano, Massimiliano Ceregia del Votapentole di Castiglione della Pescaia e Luciano Zazzeri del ristorante la Pineta di Marina di Bibbona.
Sicuramente un'evento unico per la provincia di Grosseto.
L'ingresso in questo caso è riservato agli operatori del settore, ma qualora vi sentiate tali(osate pure) potete chiedere ospitalità inviando una mail a Gianpaolo(che è vero che è impegnato a Lucca, ma ha risorse infinite).

giovedì 28 aprile 2011

Una giornata al parco






In previsione di assolati fine settimana primaverili mi permetto di consigliare una visita, con tutta la famiglia, al Parco della Maremma, autentico capolavoro della Natura ben conservato, anche se poco promosso, dalla Regione Toscana attraverso l'Ente Parco(commissariato) e l'Azienda Agricola Alberese.
Il parco offre, all'interno di un territorio smisurato, diverse possiblità di fruizione da selezionare in base al tipo di percorso e al mezzo di trasporto prescelto(trekking, bicicletta, cavallo, carrozza), una varietà di scelta che permette di ripetere anche nel tempo le visite senza rischiare di annoiarsi.
Tra roverelle e sughere, olivi e lecci vengono allevati numerosi bovini di razza maremmana(nella foto) e equini, di razza maremmana e non, mentre si aggirano indisturbati, e spesso facilmente visibili, tassi e cinghiali, lepri e volpi, oltre a decine di specie di uccelli.
Naturalmente tutto questa Natura scatena nel visitatore un certo appetito e, se ritenete che un panino non sia sufficiente(ma prima andate a vedere che razza di panini si preparano al market poco fuori la biglietteria di Alberese), allora vi consiglio una sosta alla Stuzzicheria Maremmana, annessa all'Azienda Agricola "Il Duchesco", a pochi metri dall'uscita "Alberese" della SS1 Aurelia.
Il menù sarà la migliore guida della Maremma reperibile, visto che la quasi totalità delle materie prime viene prodotta direttamente dall'Azienda, a partire dall'energia elettrica dell'impianto fotovoltaico e dell'impianto eolico.
A Pasquetta abbiamo assaggiato un'ottima selezione di salumi di cinghiale e il tagliere di salumi e formaggi con conserve(strepitose la marmellata di arance e la conserva di Cipolla Rossa di Certaldo, Presidio Slow Food) abbondante al punto che persino Fabio, proprietario tuttofare, vi consiglierà di ordinarne uno per coppia.
Provati dalle libagioni pasquali abbiamo saltato i primi, pasta fresca tradizionale con vari condimenti, rimanendo estasiati all'arrivo, al tavolo accanto, di un piatto contenente un solo tortello formato A5, uno spettacolo per i nostri occhi golosi.
Ottima scelta anche tra i secondi con lo stracotto di vacca maremmana(Presidio Slow Food) e l'arista con i funghi, tenerissima, che hanno ben sopperito alla momentanea assenza del tradizionale spiedo, accompagnate da ottime patate al forno, unte al punto giusto.
La cantina parla praticamente solo la lingua del Ciliegiolo con la produzione aziendale(Tarconte, barriccato, e Bucchero) sugli scudi, in attesa della prossima invenzione, un Ciliegiolo spumantizzato, che sarà presto in commercio.
Per concludere in bellezza un dolce tipico di Pitigliano a base di miele e frutta secca, lo Sfratto(anch'esso Presidio) abbinato con Ciliegiolo passito, sempre di produzione propria.
Conto estremamente corretto intorno ai 25 euro(tagliere, secondo, dolce, vino e caffè) con la possibilità di acquistare direttamente i prodotti dell'Azienda(salumi, vini, formaggi, olio, cosmetici) e, per chi viene da fuori, di beneficiare anche delle stanze dell'annesso agriturismo.

mercoledì 27 aprile 2011

Sorsi di Pasqua





Complici le feste di Pasqua e l'impareggiabile compagnia di amici liguri, in questo fine settimana non sono certo mancate le occasioni di fare due chiacchiere davanti ad un bel bicchiere di rosso.
In ordine sparso posso ricordare il piacevole "Lorenzolo 2009" Morellino dell'azienda bioagricola(così si definisce) Poggiopaoli di Scansano: note fragranti di ciliegia che fanno pensare a qualcosa di più del 10% di uve ciliegiolo dichiarate in etichetta per questo Morellino fresco e sincero che finisce in bottiglia senza aver mai visto legno, un buon accompagnamento per il classico tagliere toscano di salumi e crostini. Intorno agli 8 euro, anche nella GDO locale.
Stesso abbinamento per il Morellino "Serrata dei Cavalleggeri" prodotto dall'Azienda Agricola Regionale "Alberese" all'interno del Parco Naturale della Maremma e acquistato ieri presso il punto vendita dell'azienda, proprio ad Alberese: al naso l'annata 2007 presenta i tratti caratteristici del Sangiovese con chiare note di viola e di humus, in bocca ha un tannino non invadente anche se la protratta permanenza in bottiglia(ormai tre anni) ne compromette le caratteristiche di freschezza che sarebbero peculiari della tipologia. Da sottolineare che sugli scaffali dello spaccio aziendale trovano spazio solo le annate 2007 e 2008, mentre sta per entrare, o è già entrata, in commercio l'annata 2010. Poco sotto i 10 euro presso lo spaccio aziendale.
La vera protagonista del fine settimana è stata però una Magnum di Brunello di Montalcino Collosorbo 2004: di questo vino avevo sentito parlare molto bene e non posso che confermare il passaparola.
Vi risparmio un noioso elenco di descrittori per sottolineare soltanto un fruttato imponente e invitante, sorretto da una muscolarità elegante al palato e una piacevolezza estrema: al di là di tante parole varrà il fatto che all'arrivo dei primi piatti la doppia bottiglia stava già per lasciare, esausta, la tavola(ci salverà dall'inferno il numero e la varietà degli antipasti).Da cercare e riporre in cantina per futuri sorprendenti assaggi. Poco sotto i 30 euro la bottiglia da 0,75.

martedì 26 aprile 2011

Tanto è bello?







Quando si affrontano i pilastri della nostra cucina tradizionale è necessario distinguere tra la cucina quotidiana, fondamentale, e quella “del dì di festa”, altrettanto importante.
Fino a pochi decenni fa, infatti, le abitudini alimentari delle nostre famiglie variavano, e di molto, in base al giorno della settimana: esisteva una cucina di tutti i giorni, basata sui carboidrati semplici(pasta, pane), l’olio d’oliva e le verdure, spesso frutto di autoproduzione, mentre i piatti a base di carne erano riservati solitamente alla domenica. Nelle feste comandate, inoltre, cresceva la varietà delle preparazioni e con essa la quantità di cibo preparato.
Questo schema, negli anni, si è modificato, sulla scia di quella idea di pseudo progresso che inizia adesso a  vacillare: la carne, spesso di pessima qualità, ha invaso le nostre tavole quotidiane, i dolciumi sono diventati sempre disponibili e vengono spesso utilizzati a mò di effimeri antidepressivi, mentre le verdure sono diventate un inciampo da scavalcare, visto che occorre tempo per prepararle, mentre quelle crude spesso sanno troppo…di verdure.
Se la deriva quantitavivistica dell’alimentazione è quotidianamente evidente, l’arrivo delle feste comandate la rende macroscopica, ai limiti del grottesco: in questi giorni si sono ovunque celebrate orge alimentari protrattesi per ore e spesso conclusesi con disturbi gastrointestinali di varia entità e pesantezza di stomaco persistente.
Si sono salvati da questa ecatombe, solitamente, solo i padroni di casa che, intenti ad apparecchiare, sporzionare, sparecchiare, lavare ed esortare, hanno omesso di sedersi e/o di mangiare, trovandosi costretti a chiedere pareri ai commensali sulla qualità del cibo, non tanto per ottenere elogi, quanto per non aver avuto il modo di assaggiarlo.

Ma tutto questo ha senso nel 2011?

Nell’attualità solo una piccola frazione delle famiglie italiane ha una situazione finanziaria tale da ostacolarne un’alimentazione varia e soddisfacente e, certamente, non saranno quelle le famiglie che a Natale e a Pasqua allestiranno banchetti luculliani.
E allora perché? Che senso ha celebrare ancora la catarsi della fame quotidiana, quando questa non esista più?
Mi sembrerebbe molto più logico, consapevole e persino piacevole, celebrare queste occasioni puntando sulla qualità di ciò che si mette in tavola, piuttosto che sulla quantità, cercando magari di riscoprire antiche ricette o elaborarne di nuove e selezionando scrupolosamente le materie prime, un impegno forse non inferiore, ma certamente più soddisfacente per il palato e lo stomaco dei commensali.