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mercoledì 14 dicembre 2011

Il salmone ar gatto, i mirtilli ar sorcio...



Oggi mi tocca.

Quando vivevamo a Roma, l'IKEA era lì, dietro casa, quasi una dependance, ma adesso che siamo a Grosseto è tornato ad essere quel miraggio che era stato anni fa quando ancora gli spacciatori di truciolato svedesi non avevano varcato il Rubicone.

Oggi mi tocca l'IKEA Day.

Sono disposto a girare tra gli scaffali per ore, a misurare e rimisurare per capire se lo scatolone entrerà in auto, persino a trascorrere pomeriggi a montare la libreria Expedit, ma il salmone coi mirtilli no.

Mia moglie lo sa e così non fa storie quando le dico che prima, però, andiamo a pranzo da Burde(sacrificata...).
Non sono mai stato da Burde, nonostante il gran parlare che se ne fa in Rete: si definisce trattoria, ma la cantina sembra quella di uno stellato, potresti chiamarlo ristorante, ma il menù è "a voce" e i vari neologismi, wine bar ad esempio, non si addicono affatto ad un luogo che era già aperto quando è nata mia nonna Adele, che ha un paio di mesi più di Rita Levi Montalcini.

E' Burde, semplicemente, locale storico fiorentino(con tanto di stemma sui piatti) aperto tutti i giorni a pranzo e il venerdì a cena(salvo eventi speciali, piuttosto frequenti) orchestrato dai fratelli Gori, Andrea in sala e Paolo in cucina.

Non indugio oltre in presentazioni, visto che vi sarà facilissimo trovare in Rete video e notizie su questo locale(Andrea è un perfetto Pollicino 2.0): l'ambiente è molto curato, con oggetti di gusto, che trasmettono calore, mentre il servizio è attento e veloce, tutt'altro che formale.
Mentre il locale si va riempiendo ci arrivano pane, schiacciata e un bel bicchiere di Chianti seguiti a ruota dalla nostra comanda: farinata gialla con cavolo nero per iniziare(piatto a me sconociuto prima, ma delizioso, anche grazie all'ottimo olio a disposizione) e lampredotto in zimino(piccante con spinaci, molto buono). Intanto agli altri tavoli atterrano zuppa di farro e ribollita, pecora in umido e rostinciana e altre preparazioni che ci incuriosiscono.

Allungo la mano per sbirciare la carta dei vini, abbandonata sul pianoforte(ignorantissimo in materia, comunque uno strumento musicale coi tasti): il concetto di trattoria svanisce di fronte alla selezione di Champagne o alla disponibilità di vecchie annate di Brunello Biondi Santi o di Fattoria dei Barbi, solo per fare pochi esempi.

Pochissimi minuti ed arriva il castagnaccio, alto e morbido, mentre Andrea insegue per la sala una bottiglia di vin santo, battibeccando con un cameriere su chi dovesse provvedere al rifornimento del dolce liquido.

Sicuramente una roccaforte della tradizione culinaria fiorentina, adatta anche per un pasto veloce e che merita anche una visita serale, con maggiore calma e magari il tempo di scegliersi una bella bottiglia.

E adesso si può persino andare all'IKEA.


P.S. Anche il caffè è molto buono, provatelo senza zucchero, primo perchè ne vale la pena, secondo perchè sennò mi fate arrabbiare Andrea.
N.B. Prezzi nella media(due primi, due secondi, acqua, un calice di Chianti, un dolce e due caffè 47 euro), si sale, ovviamente, se si ordina ciccia.

domenica 7 agosto 2011

0577/301240



Prendete il telefono, scrivete il numero che è nel titolo e salvatelo in rubrica, con il nome "FUTURA OSTERIA" e l'indirizzo "ABBADIA ISOLA".

Fatto?

D'accordo, non siamo in Maremma, ma prima o poi passerete in zona, per visitare Monteriggioni o per confrontare il Chiantishire con la Maremmashire, per acquistare qualche cassa di Chianti o un prosciutto di Cinta.
Quel giorno cercherete il numero di Futura Osteria e spererete che abbiano ancora posto, se lo avranno capirete perchè ve l'ho fatta così lunga.

In questo borgo dell'anno Mille, dove fino a pochi mesi fa sorgeva la Leggenda dei Frati, ristorante di grido adesso trasferitosi poco lontano, si è insediata una delle cucine più concretamente creative della zona: prodotti di stagione reperiti nei dintorni, ricette tradizionali rivisitate senza stravolgimenti, menù mensile con piatti del giorno, una cantina con una cinquantina di vini scelti, molti biologici o biodinamici, e prezzi onesti.

Se cerco nella memoria non mi viene in mente nulla di simile e infatti questa è l'osteria del futuro: pappa col pomodoro solare, zuppa di cicerchie con polpo e cozze elegantissima, fegatelli con la rete di una morbidezza mai provata e un coraggioso polpettone estivo.
Mi limito a parlare di ciò che ho mangiato, tutto il resto, quello che per adesso a malincuore non sono riuscito ad ordinare, lo troverete qui.

In conclusione pane con l'olio, pesca arrostita e gelato alla vaniglia, un dolce che, a mio avviso, potrebbe essere utilizzato come biglietto da visita del ristorante: talmente delizioso che vorresti averlo creato te, talmente semplice che proverai sicuramente a rifarlo a casa.

Andateci senza timore, il conto vi stupirà positivamente(25 euro per gli astemi), andateci soprattutto prima che si sparga la voce, che non si trovi più posto e che aumentino i prezzi.

domenica 17 aprile 2011

T'invidio turista che arrivi...




Ogni volta che vado a Firenze, che sia l'andata o che sia il ritorno, quando vedo il cartello "MONTERIGGIONI" guardo sempre l'orologio ecerco di valutare se ci scappa una sosta al "Bar dell'Orso".
In questo bar di paese, perdipiù senza neanche un paese, infatti, si narra da decenni che si mangino i migliori affettati e si facciano le più laute merende a buon mercato della zona.
Leggende metropolitane ormai, visto che il locale si è trasformato, senza stravolgersi, da bar per cacciatori a piccola trattoria in odor di Chiantishire, ha cambiato gestioni e si è rivelato una piccola miniera d'oro, grazie ai pienoni continui e ai prezzi in costante salita.
Ci siamo tornati sabato scorso all'ora di pranzo, abbiamo posteggiato come sempre nel parcheggio delle Poste e anche stavolta non c'era neanche un tavolo a pagarlo oro: per fortuna il turnover è rapido e costante e così in pochi minuti ci siamo seduti.
Intorno a noi pochissimi indigeni, fatto poco rassicurante, tanto che l'avventore medio sarebbe stato sicuramente un motociclista lombardo/veneto; tra i tavoli alcune cameriere piuttosto gentili svolazzavano cariche di salumi e formaggi, pici(industriali) al cinghiale e ribollita(buona buona).
Si mangia ancora bene, diamine, ma non è certo il posto da pionieri che fu: salumi e formaggi si pagano, e cari, a peso, il rosso sfuso è migliorabile, i vini hanno ricarichi mostruosi e la cucina, nei dintorni, ha concorrenti ben più entusiasmanti.
Ottimo punto di osservazione per vedere la Toscana con gli occhi del turista, consente di fare un pasto veloce a costi modici(con una decina di euro si fa un ottimo spuntino) e schiera comunque una delle migliori finocchione della zona.
Solo per questo, ogni volta, imperterrito, continuerò a guardare l'orologio.


Bar dell'Orso
Loc. Colonna
Monteriggioni(SI)
Tel. 0577.305074