giovedì 28 aprile 2011

Una giornata al parco






In previsione di assolati fine settimana primaverili mi permetto di consigliare una visita, con tutta la famiglia, al Parco della Maremma, autentico capolavoro della Natura ben conservato, anche se poco promosso, dalla Regione Toscana attraverso l'Ente Parco(commissariato) e l'Azienda Agricola Alberese.
Il parco offre, all'interno di un territorio smisurato, diverse possiblità di fruizione da selezionare in base al tipo di percorso e al mezzo di trasporto prescelto(trekking, bicicletta, cavallo, carrozza), una varietà di scelta che permette di ripetere anche nel tempo le visite senza rischiare di annoiarsi.
Tra roverelle e sughere, olivi e lecci vengono allevati numerosi bovini di razza maremmana(nella foto) e equini, di razza maremmana e non, mentre si aggirano indisturbati, e spesso facilmente visibili, tassi e cinghiali, lepri e volpi, oltre a decine di specie di uccelli.
Naturalmente tutto questa Natura scatena nel visitatore un certo appetito e, se ritenete che un panino non sia sufficiente(ma prima andate a vedere che razza di panini si preparano al market poco fuori la biglietteria di Alberese), allora vi consiglio una sosta alla Stuzzicheria Maremmana, annessa all'Azienda Agricola "Il Duchesco", a pochi metri dall'uscita "Alberese" della SS1 Aurelia.
Il menù sarà la migliore guida della Maremma reperibile, visto che la quasi totalità delle materie prime viene prodotta direttamente dall'Azienda, a partire dall'energia elettrica dell'impianto fotovoltaico e dell'impianto eolico.
A Pasquetta abbiamo assaggiato un'ottima selezione di salumi di cinghiale e il tagliere di salumi e formaggi con conserve(strepitose la marmellata di arance e la conserva di Cipolla Rossa di Certaldo, Presidio Slow Food) abbondante al punto che persino Fabio, proprietario tuttofare, vi consiglierà di ordinarne uno per coppia.
Provati dalle libagioni pasquali abbiamo saltato i primi, pasta fresca tradizionale con vari condimenti, rimanendo estasiati all'arrivo, al tavolo accanto, di un piatto contenente un solo tortello formato A5, uno spettacolo per i nostri occhi golosi.
Ottima scelta anche tra i secondi con lo stracotto di vacca maremmana(Presidio Slow Food) e l'arista con i funghi, tenerissima, che hanno ben sopperito alla momentanea assenza del tradizionale spiedo, accompagnate da ottime patate al forno, unte al punto giusto.
La cantina parla praticamente solo la lingua del Ciliegiolo con la produzione aziendale(Tarconte, barriccato, e Bucchero) sugli scudi, in attesa della prossima invenzione, un Ciliegiolo spumantizzato, che sarà presto in commercio.
Per concludere in bellezza un dolce tipico di Pitigliano a base di miele e frutta secca, lo Sfratto(anch'esso Presidio) abbinato con Ciliegiolo passito, sempre di produzione propria.
Conto estremamente corretto intorno ai 25 euro(tagliere, secondo, dolce, vino e caffè) con la possibilità di acquistare direttamente i prodotti dell'Azienda(salumi, vini, formaggi, olio, cosmetici) e, per chi viene da fuori, di beneficiare anche delle stanze dell'annesso agriturismo.

mercoledì 27 aprile 2011

Sorsi di Pasqua





Complici le feste di Pasqua e l'impareggiabile compagnia di amici liguri, in questo fine settimana non sono certo mancate le occasioni di fare due chiacchiere davanti ad un bel bicchiere di rosso.
In ordine sparso posso ricordare il piacevole "Lorenzolo 2009" Morellino dell'azienda bioagricola(così si definisce) Poggiopaoli di Scansano: note fragranti di ciliegia che fanno pensare a qualcosa di più del 10% di uve ciliegiolo dichiarate in etichetta per questo Morellino fresco e sincero che finisce in bottiglia senza aver mai visto legno, un buon accompagnamento per il classico tagliere toscano di salumi e crostini. Intorno agli 8 euro, anche nella GDO locale.
Stesso abbinamento per il Morellino "Serrata dei Cavalleggeri" prodotto dall'Azienda Agricola Regionale "Alberese" all'interno del Parco Naturale della Maremma e acquistato ieri presso il punto vendita dell'azienda, proprio ad Alberese: al naso l'annata 2007 presenta i tratti caratteristici del Sangiovese con chiare note di viola e di humus, in bocca ha un tannino non invadente anche se la protratta permanenza in bottiglia(ormai tre anni) ne compromette le caratteristiche di freschezza che sarebbero peculiari della tipologia. Da sottolineare che sugli scaffali dello spaccio aziendale trovano spazio solo le annate 2007 e 2008, mentre sta per entrare, o è già entrata, in commercio l'annata 2010. Poco sotto i 10 euro presso lo spaccio aziendale.
La vera protagonista del fine settimana è stata però una Magnum di Brunello di Montalcino Collosorbo 2004: di questo vino avevo sentito parlare molto bene e non posso che confermare il passaparola.
Vi risparmio un noioso elenco di descrittori per sottolineare soltanto un fruttato imponente e invitante, sorretto da una muscolarità elegante al palato e una piacevolezza estrema: al di là di tante parole varrà il fatto che all'arrivo dei primi piatti la doppia bottiglia stava già per lasciare, esausta, la tavola(ci salverà dall'inferno il numero e la varietà degli antipasti).Da cercare e riporre in cantina per futuri sorprendenti assaggi. Poco sotto i 30 euro la bottiglia da 0,75.

martedì 26 aprile 2011

Tanto è bello?







Quando si affrontano i pilastri della nostra cucina tradizionale è necessario distinguere tra la cucina quotidiana, fondamentale, e quella “del dì di festa”, altrettanto importante.
Fino a pochi decenni fa, infatti, le abitudini alimentari delle nostre famiglie variavano, e di molto, in base al giorno della settimana: esisteva una cucina di tutti i giorni, basata sui carboidrati semplici(pasta, pane), l’olio d’oliva e le verdure, spesso frutto di autoproduzione, mentre i piatti a base di carne erano riservati solitamente alla domenica. Nelle feste comandate, inoltre, cresceva la varietà delle preparazioni e con essa la quantità di cibo preparato.
Questo schema, negli anni, si è modificato, sulla scia di quella idea di pseudo progresso che inizia adesso a  vacillare: la carne, spesso di pessima qualità, ha invaso le nostre tavole quotidiane, i dolciumi sono diventati sempre disponibili e vengono spesso utilizzati a mò di effimeri antidepressivi, mentre le verdure sono diventate un inciampo da scavalcare, visto che occorre tempo per prepararle, mentre quelle crude spesso sanno troppo…di verdure.
Se la deriva quantitavivistica dell’alimentazione è quotidianamente evidente, l’arrivo delle feste comandate la rende macroscopica, ai limiti del grottesco: in questi giorni si sono ovunque celebrate orge alimentari protrattesi per ore e spesso conclusesi con disturbi gastrointestinali di varia entità e pesantezza di stomaco persistente.
Si sono salvati da questa ecatombe, solitamente, solo i padroni di casa che, intenti ad apparecchiare, sporzionare, sparecchiare, lavare ed esortare, hanno omesso di sedersi e/o di mangiare, trovandosi costretti a chiedere pareri ai commensali sulla qualità del cibo, non tanto per ottenere elogi, quanto per non aver avuto il modo di assaggiarlo.

Ma tutto questo ha senso nel 2011?

Nell’attualità solo una piccola frazione delle famiglie italiane ha una situazione finanziaria tale da ostacolarne un’alimentazione varia e soddisfacente e, certamente, non saranno quelle le famiglie che a Natale e a Pasqua allestiranno banchetti luculliani.
E allora perché? Che senso ha celebrare ancora la catarsi della fame quotidiana, quando questa non esista più?
Mi sembrerebbe molto più logico, consapevole e persino piacevole, celebrare queste occasioni puntando sulla qualità di ciò che si mette in tavola, piuttosto che sulla quantità, cercando magari di riscoprire antiche ricette o elaborarne di nuove e selezionando scrupolosamente le materie prime, un impegno forse non inferiore, ma certamente più soddisfacente per il palato e lo stomaco dei commensali.

domenica 17 aprile 2011

T'invidio turista che arrivi...




Ogni volta che vado a Firenze, che sia l'andata o che sia il ritorno, quando vedo il cartello "MONTERIGGIONI" guardo sempre l'orologio ecerco di valutare se ci scappa una sosta al "Bar dell'Orso".
In questo bar di paese, perdipiù senza neanche un paese, infatti, si narra da decenni che si mangino i migliori affettati e si facciano le più laute merende a buon mercato della zona.
Leggende metropolitane ormai, visto che il locale si è trasformato, senza stravolgersi, da bar per cacciatori a piccola trattoria in odor di Chiantishire, ha cambiato gestioni e si è rivelato una piccola miniera d'oro, grazie ai pienoni continui e ai prezzi in costante salita.
Ci siamo tornati sabato scorso all'ora di pranzo, abbiamo posteggiato come sempre nel parcheggio delle Poste e anche stavolta non c'era neanche un tavolo a pagarlo oro: per fortuna il turnover è rapido e costante e così in pochi minuti ci siamo seduti.
Intorno a noi pochissimi indigeni, fatto poco rassicurante, tanto che l'avventore medio sarebbe stato sicuramente un motociclista lombardo/veneto; tra i tavoli alcune cameriere piuttosto gentili svolazzavano cariche di salumi e formaggi, pici(industriali) al cinghiale e ribollita(buona buona).
Si mangia ancora bene, diamine, ma non è certo il posto da pionieri che fu: salumi e formaggi si pagano, e cari, a peso, il rosso sfuso è migliorabile, i vini hanno ricarichi mostruosi e la cucina, nei dintorni, ha concorrenti ben più entusiasmanti.
Ottimo punto di osservazione per vedere la Toscana con gli occhi del turista, consente di fare un pasto veloce a costi modici(con una decina di euro si fa un ottimo spuntino) e schiera comunque una delle migliori finocchione della zona.
Solo per questo, ogni volta, imperterrito, continuerò a guardare l'orologio.


Bar dell'Orso
Loc. Colonna
Monteriggioni(SI)
Tel. 0577.305074

mercoledì 13 aprile 2011

Armin uber alles




Al Vinitaly non c'ero, ma a forza di menarmela con Kobler di qui, Kobler di là, non ho resistito e, mentre la famiglia dorme, ho tirato fuori dal frigo una bottiglia di Feld 2009(Gewurztraminer), arrivato giusto ieri. Ho conosciuto questo vino in Rete e devo dire che forse ho conosciuto anche un nuovo vitigno, visto che, finora, non ne avevo mai incontrato un'interpretazione simile. Bravo, anzi bravi(mica farà tutto da solo Armin): basta lasciarlo nel bicchiere per illuminare la stanza(ho una casa molto molto piccola), profuma di montagna e in bocca è gentile, a dispetto dell'acidità esuberante, e rimane all'infinito, tanto che adesso mi dispiace andare a letto e perdermene qualche sfumatura.
Saranno sicuramente sogni d'oro.

Non credo che arrivi in Maremma, sarei felice di essere smentito, ma non è certo difficile ordinarlo sul sito dell'azienda: costa come un qualsiasi Gewurztraminer "Arbre Magique" da GDO, ma vale 100 volte tanto.

martedì 12 aprile 2011

Mamma ho perso il Vinitaly!



Anche quest'anno me lo son perso!

Me lo ero segnato in rosso, bello grande, sul calendario, ma niente da fare, mi è proprio passato di mente.
Sarà l'età che avanza: ultimamente mi è già capitato con il Novello, con Sanremo, con l'Isola dei Famosi...mi sono perso persino buona parte delle partite della Nazionale!

Eppure ci sono migliaia di produttori e migliaia e migliaia di bottiglie, si può scegliere cosa assaggiare(male che vada occorrono dei biglietti da visita anche contraffatti) ed è gratis(sì ok, costa 45 euro, ma basta conoscere un espositore e si entra facile), comunque si trovano biglietti a 10 euro senza fatica.
Cosa voglio di più dalla vita?
Starmene a casa mia tranquillo con la famiglia e qualche amico, stappando, o svitando, qualche bottiglia il cui sacrificio è già stato troppo a lungo rimandato.
D'altra parte non sono un compratore nè un produttore, non sono un politico nè un giornalista, non voglio ubriacarmi maldestramente nè debbo correre due giorni per salutare tutti i miei amici produttori e così mi astengo.
Per il prossimo anno si prevede un cambio di calendario(da domenica a mercoledì) e qualcosa potrebbe migliorare. Conto sul fatto che mi relazionerete in merito e, se ne valesse la pena, ci vediamo al Vinitaly 2013.

venerdì 8 aprile 2011

Lusso democratico





Talvolta mi ritrovo, come la maggior parte di noi, a fare i conti con il "bilancio" mensile ed è inutile dire che le prime due voci che balzano all'occhio sono le spese per i ristoranti e quelle per il vino.
Certamente le passioni vanno assecondate, con giudizio, ma non c'è bisogno che sottolinei quanto siano aumentati negli ultimi anni i costi per mangiare fuori e, in misura minore, per bere bene.
Stasera stavo riflettendo però sul fatto che alcuni lussi, per noi piccoli gastronomi, non sono affatto così costosi e possono risultare, al contrario, molto soddisfacenti.
L'esempio più eclatante è rappresentato sicuramente dalla pasta: chi di noi non approfitta delle varie offerte della GDO per acquistare marche famose(Barilla, Voiello, Garofalo, De Cecco etc) a prezzi vantaggiosi?
Sono marche prestigiose che assicurano prodotti corretti, ma per noi giovani gastrocuriosi potrebbe bastare, ad esempio, un euro in più per avere la possibilità di assaggiare formati, più o meno originali, prodotti da pastifici artigianali o poco più.
I produttori, in questo settore sono molti, si va dai già rinomati(Latini, Cocco, Setaro) agli emergenti(Faella, Verrigni, Afeltra) e anche se la produzione è dislocata principalmente tra Campania e Abruzzo è evidente quanto siano importanti le realtà toscane con Fabbri, Morelli e Martelli ai vertici della qualità nazionale.
Sicuramente un modo per variare il menù e sorprendere i vostri ospiti, o il vostro palato, spendendo pochi euro e, allo stesso prezzo, un'idea originale per un regalo, visto che quasi tutte le aziende puntano molto su design e packaging mettendo in vendita contenitori accattivanti oltre che gustosi contenuti.
L'ostacolo maggiore è costituito dalla reperibilità, piuttosto scarsa in città, ma per chi, come me, si diletta ad effettuare acquisti online, su Pastateca è possibile ordinare da un catalogo fornitissimo.


domenica 3 aprile 2011

Però quei tagliolini all'astice...




Sono un po' prevenuto nei confronti dei ristoranti di pesce, è certamente un mio limite, ma non posso farci niente.
Mi è capitato troppo spesso, in passato, di prendere sonore fregature, magari provando ristoranti conosciuti a furor di popolo("con 30 euro ti fai una mangiata!") che poi si rivelano come centri di spaccio di creature di mare congelate, creatori di fritti mosci e elaboratori di cotture esasperate ed esasperanti.
Ma quando la passione per il mare chiama, bisogna pur rispondere e così oggi, dopo una breve consultazione online, abbiamo prenotato "da Bruno", ristorante a conduzione familiare, sempre la stessa dal 1965, collocato dopo pochi metri dal bivio per Punta Ala.
La prima impressione è molto positiva: ampio parcheggio privato, due sale grandi con tavoli ben distanziati e pareti sui toni del mare. Già sedute famiglie giovani  e meno giovani, dato questo che garantisce semplicità, classicità e generosità della cucina.
Ci si presenta innanzitutto un menù degustazione, per buone forchette, con antipasto di mare, bis di primi e un secondo a scelta oltre a dolce e caffè al costo di 40 euro, mentre la carta prevede un a selezione piuttosto ampia di piatti di terra, che rimandiamo ad altra visita, e di mare da cui scegliamo.
Ci vengono così serviti, dopo un piccolo appetizer di schiaccia alla paprika, una serie di antipasti veramente deliziosi: alici marinate, gamberi in salsa rosa, insalata di polpo e olive di Gaeta, strudel di salmone, crostini di mare caldi e una padellata di cozze e vongole strepitosa con un intingolo che necessita di pane in quantità.
Spazzoliamo tutti i vassoi senza pietà e, accompagnati da un ottimo Gewurztraminer Sanct Valentin 2008 di S.Michele Appiano, restiamo in attesa dei secondi piatti ordinati, quando irrompe in sala, destinato al tavolo accanto al nostro, un piatto, sarebbe meglio dire un vassoio, di tagliolini all'astice, ordinati da qualche attento conoscitore del luogo: l'impatto visivo è strepitoso, il rosso dell'astice è ovunque, e ci capita di interrogarci sul perchè avessimo deciso di tenerci leggeri, saltando il primo.
Per fortuna arrivano una frittura mista asciutta e croccante e una grigliata succulenta a distoglierci dai nostri cattivi pensieri; fanno loro compagnia chips di patatine strepitose, preparate dalla cucina sul momento e una buona grigliata di verdure.
Per noi potrebbe bastare, ma per il gentile cameriere evidentemente no, e così, elencando i dolci di produzione propria, non fa fatica a convincerci che abbiamo proprio bisogno di un latte alla portoghese, che solo nonna faceva meglio, e di una morbida crostata di albicocche.
Come è facile intuire la cucina ci ha molto soddisfatto, mentre forse qualche piccola critica può essere mossa alla cantina: al di là della presenza dei vini di S.Michele Appiano che riescono ad accontentare quasi tutte le esigenze, si nota l'assenza, quasi assoluta, di vini bianchi del territorio e un sistematico ricorso ad aziende "Grandi Marche"(Antinori, Frescobaldi, Rocca delle Macie) che certo non attraggono l'enofilo curioso. Detto questo c'è comunque da sottolineare l'estrema correttezza dei ricarichi.
Scontrino alla mano ne usciamo soddisfatti, con una spesa tra i 30 e i 35 euro vini esclusi(antipasto, secondo, contorno, dolce, caffè), con possibili aumenti in caso di pescato a peso, comunque ben spesi vista la qualità del pesce e la cura nelle preparazioni.
Ci torneremo sicuramente perlomeno per provare le linguine all'astice, sembra creato apposta per chi, quando si siede a tavola, vuole andare sul sicuro.

Ristorante "Da Bruno"
Pian d'Alma/Bivio Punta Ala
Castiglione della Pescaia(GR)
Tel. 0564.923096
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