venerdì 25 marzo 2011

I mille volti del gusto






Il coraggio è una dote di cui spesso difettano i ristoratori: si clonano facilmente “filosofie” e menù di locali di successo, così che ci troviamo invasi da sciami di pizzerie pseudo napoletane e trattorie neotradizionali.
Al contrario esiste una piccola schiera di imprenditori che, creando ispirandosi, elabora progetti originali e si inventa locali di forte personalità, immediatamente riconoscibili.
Ne ho avuto prova in una recentissima trasferta romana, per un breve ma intenso contatto con lo showbiz, tornando a far visita agli amici dell’Enoteca Baccano(non siamo amici e nemmeno conoscenti, per la verità).
Nell’ultima mia visita erano ancora confinati in due stanze stipate di scaffali ricolmi di bottiglie dalle parti di Largo Beltramelli e proponevano quanto di meglio potesse offrire la cucina senza fiamma: salumi, formaggi, conserve, carpacci e insalate .
Sono trascorsi pochissimi anni dall’apertura del locale, però, e la zucca si è trasformata in carrozza.
Approfittando del trasferimento di un grande negozio di ottica attiguo l’enoteca è divenuta un locale poliedrico, con una fornitissima enoteca, un grande bancone della gastronomia, un bar, un ristorante, stavolta dotato di fuochi, e una birreria, che ha occupato i locali originari.
Il tutto, e qui sta il tratto caratteristico, senza soluzione di continuità, con la possibilità di passare dall’aperitivo alla cena senza cambiare tavolo o di fare la spesa dopo aver cenato o magari di acquistare una bottiglia del vino assaggiato in mescita.
Siamo arrivati all’ora di cena, anche piuttosto affamati, iniziando con un’ottima selezione di salumi e uno strepitoso fritto vegetale, asciutto, croccante e di una luminosa doratura.
A seguire abbiamo assaggiato stringozzi con aglio, olio e alici fresche, un primo gustoso e corposo per appetiti maschi e un filetto di maiale bardato di ottima cottura, tenero e saporito, più delicato.
Ad accompagnare il tutto, un Dolcetto d’Alba 2009 di Bruno Giacosa, scelto tra le decine e decine di referenze della carta, suddivise per regione, con una sensibile presenza di etichette al di sotto dei 20 euro e una ventina di etichette alla mescita.
Per concludere mi sono fatto tentare dal “fondente di cioccolato alle pere”, con vino dolce abbinato, che, a dispetto della bilancia, si è rivelato degna conclusione del pasto.
Scontrino alla mano i conti tornano certamente, con una spesa tra i 30 e i 35 euro a testa, vino compreso, nessuna spesa di coperto e la piacevole voce “sconto” che porta il conto alla cifra tonda.
Un'ottimo progetto che dà l'impressione di potersi perfezionare con il tempo, ritorneremo.

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