mercoledì 7 settembre 2011

La fine dell'assedio




A gridar vittoria non ce la faccio, diciamo che è stato respinto l'invasore a colpi d'urna, ma i problemi di fondo rimangono e da oggi ci saranno da risolvere quelli, senza più un nemico comune da combattere.

Restano in cantina le "poche" bottiglie non ancora vendute, restano le piante di merlot e cabernet che se non possono produrre Rosso, certo non debbono produrre aceto, restano gli ettari di sangiovese piantati dove in realtà il sangiovese non cresce bene, o perlomeno non a livelli di Montalcino, in un momento in cui l'espansione dei mercati obnubilava le menti, restano le bottiglie di Brunello a 10 euro, la scarsa fama del Rosso, mentre invece ce ne sono di eccellenti, il Brunello negli hard discount, gli strascichi di Cisternopoli e chissà cos'altro.

Serve, credo, che l'assemblea dei produttori individui al più presto una strada per il futuro che, se necessario, preveda anche una contrazione della produzione, una più accurata assegnazione dei diritti, un maggiore autocontrollo sul rispetto dei disciplinari che porti la credibilità di Montalcino in alto, ai livelli che le competono.

Chi dovrà prendersi l'onere di guidare e incanalare questo nuovo corso non lo so, ma temo che lo attenderà un compito non molto semplice, auguri.

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