martedì 28 settembre 2010

Sancta sanctorum




Abbandonare la bella stagione risulta ai più difficile e, per lenire questo dolore, la natura ci propone un clima più adatto a cibi corposi e una varietà di prodotti stagionali veramente strepitosi, dai funghi alle castagne, dai tartufi all'uva.
Come se la natura non bastasse, anche la cultura gastronomica ci mette del suo e così le vetrine di molti panettieri si riempiono di un dolce strepitoso nella sua semplicità, in assoluto uno dei miei preferiti.
La ricetta è molto semplice e di facile ripetizione, altro non si tratta che di pasta di pane arricchita con noci, uva passa, zucchero e buccia di limone oltre che di una spolverata di spezie, in un cui ognuno di voi si potrà sbizzarrire.
Il nome di questa delizia varia leggermente a seconda delle zone, ma poco cambia se si chiamerà Pan co Santi, nel Senese, o Pan de Santi, in Maremma, allo stesso tempo varia spesso leggermente anche la ricetta, con aggiunte di fichi secchi o altra frutta secca, uova o altri ingredienti.
In quest'ultimo fine settimana ho assaggiato due diverse interpretazioni del medesimo spartito: molto soffice e gustoso il Pan co Santi de "Le dolcezze di Nanni", panificio e biscottificio di fama internazionale di Buonconvento(Si) celebre per le sue versioni di panforte e ricciarelli oltre che per la gran varietà di biscotti e cantuccini.
Ancora più gustoso, rustico e tradizionale quello preparato dal Panificio Giuliani(Via Battisti 38, Torrenieri, Siena, Tel 0577.834288): la trama è più fitta di uvetta e noci, tanto che la pasta sembra stentare nella lievitazione, mentre la speziatura, pepe nero, è più marcata a sottolineare una spiccata personalità e nessuna ricerca di facile compiacimento.
La letteratura vorrebbe questo dolce associato al vino novello, ma poichè questo non rientra nelle mie grazie, consiglierei un altrettanto classico Vinsanto o un Moscadello di Montalcino.

mercoledì 22 settembre 2010

Chi ha paura dell'Anisakis?



Alzi la mano chi conosce il simpatico vermiciattolo rappresentato nella foto.
Io, fino a stasera, ne ignoravo l'esistenza, ma, per quanto posso aver capito, nella mia vita ne debbo aver digeriti diverse centinaia.
L'Anisakis, infatti, è un parassita che si trova in due terzi del pescato mondiale e che, se non eliminato tramite cottura o surgelamento, si può installare nel nostro organismo provocando nell'80% dei casi una reazione allergica(3/4 giorni sul WC per capirci) e nel 20% danni allo stomaco e all'intestino(perforazioni) curabili solo attraverso un intervento chirurgico(ogni anno in Giappone per questo motivo muoiono decine di persone).

E quindi?
Dobbiamo forse smettere di mangiare pesce crudo?
Basta Sushi, Tartare, Alici marinate e compagnia cantante?
Per fortuna no, la soluzione esiste e consiste nell'utilizzo di materia prima che abbia subito un ciclo di surgelazione ad almeno -20° per almeno 24 ore.

E qui nasce il dilemma del ristoratore: sincerità o ipocrisia?
Tornate con la memoria all'elenco dei ristoranti dove mangiate pesce crudo.
Quale scritta campeggia solitamente in bella evidenza? "PESCE FRESCO" e "QUI SERVIAMO SOLO PESCE FRESCO"
A questo punto le cose son due: o vi dicono una bugia o rischiano di avvelenarvi.
Lascio scegliere a voi, io preferisco la prima.
Ed è così che va nella stragrande maggioranza dei locali, anche se quasi tutti non hanno il coraggio di dichiararlo per paura che il cliente percepisca il prodotto come di qualità inferiore.
Per quanto riguarda la nostra zona, tra i ristoranti da me visitati, ricordo che solo il Sushi Bar di Grosseto evidenzia il fatto che il pesce ha subito un processo di abbattimento della temperatura e questo depone certamente a suo favore, anche se i crudi del locale non mi hanno certo fatto impazzire(ma a quei prezzi difficile chiedere di più), mentre ho apprezzato molto di più quello che esce dalla cucina con ottime fritture e alcune preparazioni veramente invitanti e saporite.

Detto questo sembra difficile chiedere ai ristoratori di pubblicizzare questa pratica attraverso scritte e menù, mentre sarebbe apprezzabile una certa opera di divulgazione della materia specialmente da parte di locali di fascia medio-alta a cui si richiede una maggiore attenzione verso il cliente.

Va da sè che ancora maggiori precauzioni dovrete adottare nella preparazione del pesce crudo a casa, dove dovrete accertarvi che sia stata effettuata la procedura di abbattimento, per evitare di trovarvi con un inquilino poco desiderabile.

lunedì 20 settembre 2010

Impressioni dalla Capitale



Usciamo oggi dai confini della Maremma, per riportare le impressioni di una rapida incursione nella Capitale, solo per far assaggiare al pargolo il suo primo smog.

Iniziamo dal pernottamento che, se è vero che si può fare anche andata e ritorno in giornata, permette di evitarsi un bel po' di stress e di godersi la gita anche con un prezzo modico.
Nel nostro caso, prenotando via internet su Booking, con soli 60 euro a notte(matrimoniale più il bimbo), abbiamo soggiornato all'"Hotel degli Imperatori", un 4 stelle di recente costruzione all'altezza del GRA, tra Nomentana e Tiburtina.
L'hotel merita ampiamente le stelle assegnate, ha camere ampie, grandi ambienti, un buon ristorante(a detta di chi l'ha provato) e, inoltre, un comodissimo posteggio sotterraneo, custodito e gratuito.
La colazione è di buon livello, ottimi i dolci casalinghi e la caffetteria, da rivedere la parte salata, il servizio è celere e cortese, la pulizia sempre evidente.
La struttura è particolarmente consigliata a chi arriva in auto a Roma, mentre per gli altri l'albergo offre il servizio navetta dalla stazione metro Rebibbia, ma inevitabilmente, gli spostamenti si fanno più complessi.

Avvicinandosi al centro, in via Conca d'Oro(zona Montesacro) consiglio calorosamente la gelateria "Conte d'Oro" che offre alcune tra le migliori creme di Roma senza esigere i prezzi esosi di altre prestigiose gelaterie romane(traducendo con 2 euro si prende un abbondante cono da 3 gusti): il fondente(senza latte) al palato è cremosissimo e ha il gusto intenso della materia prima utilizzata(niente surrogati e semilavorati in questa gelateria), ottimi anche il pistacchio, il fondente al peperoncino e la crema(qui si usano le uova evviva!!!), mentre incuriosiscono, ma non deludono, mango, Bucaneve e lattementa.

Se la  fame si fa invece un po' più consistente ci spostiamo in zona Colli Albani, in via Genzano, dove l'Osteria del Velodromo vecchio, dalla mia ultima visita, ha raddoppiato i posti a tavola senza scalfire in alcun modo la qualità. Sempre aperti a pranzo, accendono i fornelli anche nelle sere di giovedì, venerdì e sabato, mentre la domenica riposano(abitudine comune, ahimè, alla maggior parte dei buoni ristoranti romani).
Si inizia con la pasta all'olio che Lorenzo mangia in quantità difficilmente ripetibile, visto il suo esile appetito, e questo ci risulta già un buon segnale.
Saziato il Principale, la cucina si occupa di noi con un'invitante pasta e ceci(minestra di ceci con maltagliati fatti in casa), rigatoni con il sugo di coda(risultante dalla preparazione della coda alla vaccinara, saporitissimo di carne e orto) e gli altrettanto classici tonnarelli cacio e pepe(uno dei vanti del locale).
Mentre Lorenzo gioca nel cortile con i giocattoli messi a disposizione(apprezzatissima premura, così come il capiente appendiabiti), passiamo al secondo dove ricevono elogi la trippa alla romana(rossa, aromatizzata con la mentuccia e ricoperta di pecorino romano grattugiato), il tenero brasato al vino rosso e gli immancabili "aliciotti e indivia" piatto cult della tradizione ebraica, qui veramente squisito.
Ad accompagnare il tutto una stuzzicante carta dei vini basata sul Lazio(buona scelta di Frascati e Cesanese) e ottima selezione di regioni non molto valorizzate dalle nostre parti, quali Abruzzo e Marche, che invece offrono prodotti validi a prezzi decorosi.
Se vi fermate qui(primo, secondo e vino) 25 euro cadauno saranno sufficienti e ben spese, se invece la vostra curiosità si spingerà oltre, potrete assaggiare le selezioni di salumi e formaggi o uno dei dolci casalinghi proposti(la crostata di ricotta e visciole ha rischiato di farmi capitolare), ma il conto sarà comunque commisurato al piacere.
Un plauso, per concludere, al servizio che oltre a cordialità e gentilezza, trasuda passione per quello che fa, piuttosto raro in un ambiente in cui spesso ci si improvvisa.

Se vi ho incuriosito, Roma vi aspetta lì, ormai da diversi anni, se non ci sono riuscito ci riproverò con uno dei prossimi post.

martedì 14 settembre 2010

Oscar della pubblicità 2010



A Grosseto è l'ora di pranzo, ormai mio suocero starà dando gli ultimi giri al risotto col pesce e così mi affretto lungo le vie del centro spingendo l'ultraleggero di Lorenzo, che intanto, come sempre, è in braccio a mia moglie.
Nonostante l'immotivata fretta, è sabato o domenica non ricordo, la mia attenzione è rapita da un improvvisato set degno delle migliori produzioni: seduto ad uno dei suoi tavoli Romolo in beata solitudine affronta un sugoso piatto di salsicce e fagioli, armato di pane, forchetta e di una mezza bottiglia di Brunello Talenti.
Sarà l'ora, sarà la fame, sarà il fascino di quell'immagine conviviale, sarà l'abbinamento semplice ma gustoso,  ma il moto che mi prende è quello di sedermi lì con lui all'istante, sebbene non siamo amici e il nostro rapporto si limiti a quello di ristoratore e cliente.
Non lo faccio.
Per pudore, perchè dovrei spiegarlo al resto della famiglia e perchè a casa mi aspetta il risotto del suocero(tra l'altro ottimo).
Naturalmente la prossima cena fuori sarà da Romolo e avrò molto di più da raccontarvi.

domenica 12 settembre 2010

Marina dolce e amara



E anche quest'anno è andata.
L'estate ci regala l'ultima, almeno per me, domenica da spiaggia e questa giornata a Marina(di Grosseto naturalmente) mi lascia due esperienze contrapposte.
La prima è il triste spettacolo dei Bagni, per fortuna non tutti, che hanno già smontato buona parte delle attrezzature obbligando i bagnanti che avevano pagato lo stagionale ad arrangiarsi anarchicamente: come si può dire che, alla nostra latitudine, la stagione finisce il 7 settembre? Lo sanno questi signori, e chi glielo permette, che altrove si fanno tanti soldini con il turismo di settembre e addirittura di ottobre, contribuendo notevolmente anche all'immagine delle località negli altri periodi? Certo occorre riuscire a guardare oltre la punta del proprio naso e fortunatamente per loro il demanio non richiede questa caratteristica quando affida le concessioni.
Di tutt'altra natura l'impressione destata dalla gelateria "La Chiccheria", in Via Piave 14  sempre a Marina. Traspare fin da subito la cura e la passione dei proprietari, molto attenti nella scelta delle materie prime(non si utilizzano semilavorati) e nella presentazione del prodotto.
Ottima scelta di gusti con disponibilità di creme e di sorbetti(40% di frutta, assenza di latte e latticini): abbiamo assaggiato un'ottima cioccolata, dal sapore rotondo con abbondate presenza di croccanti pepite di cioccolato, e un eccezionale pistacchio, uno dei gusti più difficili da realizzare. Dimenticatevi la nocciola verde che spesso viene proposta in molte gelaterie e preparatevi alle sensazioni salate del vero pistacchio di Bronte con la simpatica variante delle pellicole tostate che lo ricoprono.
Allo stesso livello anche i sorbetti, con almeno il 40% di frutta, mentre una nota di merito per i proprietari per la disponibilità di gusti per celiaci e per intolleranti al lattosio(strafondente e sorbetti).

mercoledì 8 settembre 2010

Non moriremo di sete


Riprendo, a breve distanza, l'argomento "acqua pubblica", già trattato in due post precedenti(qui e qui), per riportare una notiza positiva.
Siamo riusciti infatti a rintracciare una delle pochissime fontanelle pubbliche ancora in servizio nel comune di Grosseto, dislocata più o meno a metà della pista ciclabile che porta a Marina: certamente un ottimo servizio per i tanti che utilizzano la pista per svolgere attività fisica, un po' fuori mano, ma per cominciare può bastare.
In attesa di vedere anche a Grosseto distributori di acqua pubblica pura, vi segnalo che ne esistono già ad Imperia, Torino, Poggio Moiano(Roma), Anghiari(AR) e in moltissime altre città e cittadine italiane; non mi stancherò di ripetere che si tratterebbe di un contributo concreto alla tutela ambientale(riduzione rifiuti e inquinamento per il trasporto delle bottiglie), di un risparmio concreto per i cittadini(una famiglia media spende centinaia di euro l'anno per l'acqua minerale) con un costo molto contenuto per l'Amministrazione Pubblica(l'acqua pubblica ha un costo per litro che tende a zero e gli impianti, anche se non costosissimi, potrebbero essere ripagati attraverso sponsorizzazioni).

P.S. Ultimamente parlo più di acqua che di vino, sarà l'età che avanza...

martedì 7 settembre 2010

Ci vuole il legno, per fare l'acqua...



A partire da oggi, presso i tre punti vendita IKEA dell'hinterland milanese sono stati attivati altrettanti chioschi di erogazione di acqua purificata, rinfrescata e eventualmente gassata a vantaggio dei possessori di Family Card IKEA(gratuita).
I "fortunati" potranno prelevare sino a 36 litri al giorno, per ogni tessera, soddisfacendo così i bisogni della famiglia, con un risparmio medio annuo, stimato dalla stessa azienda di 300 euro per famiglia.

Ma l'acqua non è un bene primario, un elemento fondamentale, il simbolo di ciò che dovrebbe essere pubblico e gratuito?

Vista la situazione nella nostra città, ad esempio, non sembrerebbe proprio questa la strada: chioschi del genere non esistono(ce ne sono in altre città) e le fontanelle sono più rare del Panda Gigante(vedi post precedente), l'acqua diventa così una merce rara da acquistare al supermercato(con inquinamento atmosferico, rifiuti e decine di euro di spesa) o un pezzo di gioielleria da reperire al bar in preziose bottiglie da 1/2 litro a 1 euro(ma si arriva tranquillamente anche a 1,50 euro).

Ma non sarà che gli interessi di questi soggetti sono più importanti della nostra sete?

Se volete potete chiedere a fiora@fiora.it

lunedì 6 settembre 2010

Più carrelli per tutti



Dopo un lungo braccio di ferro sembra proprio che "guerra del carrello" grossetana sia giunta ad una svolta: il centro commerciale al Casalone si farà a breve, con corredo di nuovo supermegaipermercato Conad e entro il 2012 vedrà la luce anche l'Ipercoop in zona Poggione.
Quelle che a prima vista sembrerebbero buone notizie, meritano quantomeno un'analisi un po' più approfondita che vada al di là degli slogan aziendali e dei titoloni dei giornali locali: sembrerebbe positivo l'impatto almeno sul piano occupazionale, visto che il solo Conad si parla di 300 assunzioni, anche se, specialmente in tempi di crisi, non saranno da sottovalutare gli effetti di queste aperture sul commercio "tradizionale" con ovvi danni collaterali costituiti da chiusure e licenziamenti.
Problemi deriveranno sicuramente sul piano del traffico e della viabilità, derivanti soprattutto dall'infelice scelta della zona del Casalone, non raggiungibile dai Tir(necessari all'approvvigionamento) se non da Grosseto Nord e attraversando tutta quanta la città.
Dal punto di vista del cliente non ci saranno significativi miglioramenti sul piano della concorrenza, visto che le due nuove aperture saranno effettuate da insegne già ampiamente diffuse sul territorio, al limite dell'oligopolio(Coop e Conad) e quindi difficilmente ci si potranno aspettare significativi miglioramenti quanto a assortimento e prezzi. Anzi nel medio periodo la concorrenza diminuirà per il progressivo impoverimento dei punti vendita indipendenti, con un aumento dell'omologazione dell'offerta(i prodotti sono perlopiù gli stessi) e, una volta sbaragliata la concorrenza, nessuno potrà garantire sulla stabilità dei prezzi.
A chi giova tutto ciò?
Non sono certo io a poterlo dire, l'unica impressione è che l'aria che tira non mi piace, mi sembra poco liberale e ho l'impressione che si voglia limitare la mia libertà di scelta.
Così, per non sbagliare, continuerò ad acquistare, per quanto possibile, i prodotti da chi li produce(risulta facile per pane, frutta, verdura, vino, olio, formaggio, carne, salumi) limitandomi ad utilizzare la GDO nei casi in cui non ci sia alternativa(per i prodotti per la casa e per l'igiene, ad esempio, alcune catene specializzate propongono prezzi inferiori alla GDO).
Vi potrà sembrare una scelta elitaria, ma vi assicuro che, scontrini alla mano potrete verificare il risparmio reale dovuto al fatto che, così facendo, eviterete gli inutili acquisti collaterali, darete una mano ai produttori(altrimenti costretti a svendere) e acquisterete prodotti realmente legati al territorio, contribuendo in maniera tangibile all'economia della nostra zona.

venerdì 3 settembre 2010

L'uovo di Colombo




Vivo a Grosseto da due anni e nessuno mi aveva mai portato in questo posto incantevole, ho visto i peggiori locali fintotipici(chiamarli ristoranti sarebbe eccessivo), mangiato pizze gommose e pesce congelato in chissà quale parte del mondo e nessuno aveva mai pensato di consigliarmi quest'angolo di Maremma vera?

Tralasciando l'ambiente con la trattoria, il bar e i tabacchi tutto in un locale, ai limiti della commozione, abbiamo assaggiato gli stuzzichini(quasi i crostini dei giorni di festa della mia nonna), dei fiocchi di neve poetici(non li fa quasi più nessuno, perchè bisogna saperli fare e ci vuole tempo) e una tagliata ai porcini tenera e gustosissima(non la sempre più comune soletta, ma una fetta di manzo di circa mezzo chilo con un'ottima marezzatura, portata cruda a tavola in visione e cotta con maestria)

Il menù propone comunque numerose varianti che mi incuriosiscono, mai banali, e che mi inducono a tornare presto per divorare la fiorentina(in tagli pantagruelici) e non solo.

Carta dei vini essenziale(per me è un pregio), ma con ottime referenze del territorio e la disponibilità anche di mezze bottiglie.

Conto di rara onestà, quella che in questo settore di furbi e furbetti manca spesso.

Cercherò qualsiasi scusa per tornarci.

P.S. Davvero non avete ancora capito di quale ristorante parlo? Allora anche voi non ci siete mai stati? Si tratta della Trattoria Cupi, a Cupi appunto, pochi km da Grosseto verso sud sull'Aurelia, uscita Cupi. Tranquilli che quando arriverete a Cupi troverete la Trattoria, oltre quella ci son solo la chiesa e due case.