giovedì 20 gennaio 2011

Aspettando Dissenten





Stasera vi tedio con pochissime righe per segnalare un particolare curioso che ho notato in uno spot su Canale 5(ebbene sì lo confesso, sono a casa influenzato e ogni tanto guardo Canale 5).

Protagonista dello spot è un gradevole giovane, più o meno, che ha la sventura di fermarsi con la moto nel bel mezzo di una campagna sperduta e di venir soccorso da un carro attrezzi guidato da una graziosa pulzella(con tanto di primo piano sulle terga, ma niente di nuovo).
Curioso perchè non serve essere esperti di moto, e io non lo sono, per accorgersi che la moto colpevole dell'appiedamento è una BMW GS 1150 grigia, con tanto di adesivi bene in vista.

Al di là del fatto che la moto in questione è famosa innanzitutto per l'affidabilità e per la capacità di percorrere itinerari di migliaia di chilometri, sarei proprio curioso di vedere se nel prossimo spot del "Dissenten" il malcapitato si presentasse in farmacia a chiedere un rimedio per il suo problema di incontinenza intestinale, dando la colpa ad un bel pacchetto di grissini "GRISSIN BON" appena consumato, con dovizia di inquadrature sulla confezione.

Su ragazzi un po' di attenzione...

domenica 16 gennaio 2011

Via degli Aldobrandeschi, il civico indovinatelo voi...



Ancora scottato dall'esperienza di Capodanno(post precedente) stavolta decido di andare sul sicuro e, al ritorno in Maremma, in una tiepida serata di Gennaio(incredibile eh...) prenoto "Al Numero 9" a pochissimi passi da Piazza Dante. Oddio prenoto, in realtà chiamo alle 20 e dieci minuti siamo già seduti al tavolo con la promessa di lasciarlo libero per le 22.
Proprio l'orario è la prima caratteristica di questo locale, si apre a mezzogiorno e si chiude a mezzanotte, l'esatto contrario dell'Imperiale dei bei(o bui) tempi: in questo arco di tempo si passa per un pranzo veloce o per una merenda, per festeggiare qualcosa(il primo compleanno di Lorenzo per esempio) o per una cenetta romantica e se non si vuol titar tardi a tavola si trova un posto per sedersi.
Il locale è decisamente piccolo, ma non si ha mai l'idea di esser scomodi; si sentono sì i discorsi del vicino di tavolo esuberante, ma tutto contribuisce a creare il calore del ristorante, insieme all'arredamento in arte povera, che pur sempre arte è, e alle luci soffuse.
Appena seduti arrivano i menù e la carta dei vini, accompagnati da qualche carota da sgranocchiare nell'attesa e una bottiglia d'acqua fresca; il menù vero, in realtà, è scritto sulla grande lavagna sopra al bancone e cambia quotidianamente presentando una ventina di piatti diversi, mentre in carta si trovano i classici.
Dalla lavagna, aiutati da una vista da record, scegliamo un tris di cinghiale(salsiccia, salamino e lonzino squisiti e abbondanti) e l'intramontabile crostone al lardo di Colonnata, più saporito e scioglievole di qualsiasi Lindor.
Saltiamo direttamente al secondo dove affrontiamo un filetto di maiale alla griglia, cotto ottimamente, è un medaglione di maiale all'arancia con patate arrosto "sabbiose" di contorno.
Tutto molto buono e, vista la quantità abbastanza esigua del secondo, decidiamo di concederci anche un dolce, con una Zuppa Inglese casalinga degna di nota e una gustosa torta di carote e mandorle.
La lista dei vini è abbastanza smilza e riporta principalmente prodotti del territorio, Morellino e Montecucco, in altra occasione ho bevuto un Ciliegiolo notevole, il Tarconte, che purtroppo stavolta è esaurito: ricarichi comunque più che onesti.
Se proprio vogliamo trovare un difetto, che non è certo il conto di 50 euro in due con regolare scontrino tra l'altro, direi che la presentazione dei piatti è sicuramente migliorabile, d'altronde anche l'occhio vuole la sua parte. 
All'interno delle Mura Medicee, un indirizzo da segnare sicuramente.

giovedì 6 gennaio 2011

Mani in alto!




Vi sono mancato? Sinceri dai...
Torno dopo un paio di mesi di silenzio e lo faccio con un piccolo reportage dell'ultima escursione romana, a cavallo di Capodanno.
Alla faccia del pienone e delle prenotazioni intelligenti, cerco una camera tramite booking.com il 31 pomeriggio per la sera stessa e per la notte successiva: l'offerta è variegata anche se i prezzi sono sensibilmente superiori ai consueti. Anche gli alberghi solitamente più onesti volano oltre i 100 euro a notte e così ci accontentiamo, si fa per dire, dell'OP Hotel(camera doppia, due notti, 253 euro) in zona EUR.
Hotel di recentissima costruzione, si merita le sue quattro stelle offrendoci una camera molto ampia anche se con due letti alla francese anzichè un matrimoniale: la pulizia della camera è buona, i pavimenti in resina caldi ed igienici, la biancheria è abbondante e il minibar è offerto dall'hotel.
Ottime impressioni anche dalle parti comuni, con il ristorante interno in cui decidiamo però di consumare soltanto la prima colazione(corretta e abbondante anche se non stratosferica).
Invitati da amici per il cenone, la mattina di Capodanno dormiamo più del solito e così ci troviamo, affamati quanto basta, in zona Trastevere proprio all'ora di pranzo: la zona è piuttosto famosa per i locali spennaturisti e la giornata si presta particolarmente, così decidiamo di andare sul sicuro e puntiamo su "L'Asinocotto" in via dei Vascellari. Purtroppo troviamo chiuso e fulminati dalla fame in Piazza in Piscinula, poco distante, scegliamo un po' a casaccio il ristorante "Il Comparone", che da fuori presenta una bella veranda, camerieri esperti e tavoli quasi completamente occupati.
Fiduciosi ci sediamo e non facciamo caso che per i primi dieci minuti non ci venga portato nè il menù nè una bottiglia d'acqua. In realtà su questa "esperienza" potrei romanzare per pagine e pagine raccontandovi gli sguardi e i commenti dei turisti anglosassoni accanto a noi, ma mi atterrò ai fatti. Trascorsi i dieci minuti(13.30 circa) riusciamo ad ordinare:
  • Bombolotti all'amatriciana e bombolotti con la pajata(buoni, ma arrivati alle 14.40 dopo numerose sollecitazioni);
  • Trippa alla romana(non disponibile, peccato che ce lo abbiano detto solo alle 14.50);
  • Tre mezze fette di pane in un piattino(4 euro!!!);
  • Mezzo litro di rosso della casa(che si rivelerà essere mezza bottiglia di un anonimo Montepulciano d'Abruzzo);
  • Un litro di acqua minerale;
  • Due caffè.
Ma il bello doveva ancora venire.
Chiediamo il conto ripetutamente, alla fine, stanchi, ce lo andiamo a prendere alla cassa dove troviamo un signore anziano che armato di penna e blocchetto sentenzia 55 euro.
Eh già perchè i signori vendono un piatto di pasta a 14 euro cadauno e ci sta, ma farciscono il tutto con acqua minerale a 4 euro, cestino(si fa per dire) del pane a 4 euro, due caffè per 5 euro, mezza bottiglia di vino della casa a 10 euro e un bel 12% di servizio, manco ci avesse servito Pamela Anderson.
Non riesco a contenermi e così spiego loro, all'esattore e a un di lui discendente che si avvicina senza proferir parola, tutto ciò che penso di loro e del loro ristorante.
Riescono solo a blaterare un "ci dispiace se non si è trovato bene" e io che ribatto che mi dispiace per loro perchè per fortuna adesso c'è Internet, intanto mi rimetto il cappotto, lascio lì il denaro e mi metto in tasca il conto. Il conto, già , perchè in certi ristoranti non si fa nemmeno la ricevute, si fa il conto su un foglietto anonimo, ma d'altra parte come si può pensare di tassare un furto? Avrei voglia di chiamare il 117, ma anche i Finanzieri avranno diritto di riposarsi a Capodanno[continua...]