domenica 22 maggio 2011

Bicchieri roventi






Prime impressioni a caldo, ma poi come, su MAREMMA WINE SHIRE manifestazione di promozione del comparto enologico della Provincia di Grosseto, giunta alla seconda edizione.
L'ambientazione resta quella dello scorso anno, presso GROSSETO FIERE, a Braccagni, parcheggio comodo e gratuito, a pochi metri dall'uscita dell'Aurelia, nulla da eccepire.
Chi aziona i meccanismi del meteo non sembra avere in simpatia questo evento e così dopo l'autentica alluvione dello scorso anno, è riuscito ad essere ancora più crudele: 30° al'ombra e un sole cocente che deviano sulle spiagge  i visitatori meno motivati(a occhio non pochi) e innalzano spaventosamente le temperature dei locali che, sebbene dotati di condizionamento, rischiano di trasformarsi in fornaci(tutta la mia solidarietà ai ragazzi di Ampeleia costretti sotto una vetrata con il sole a picco).
Il colpo d'occhio all'ingresso è buono, è rappresentata quasi tutta la produzione della Maremma grossetana e c'è l'imbarazzo della scelta: passeggiando tra i banchi si iniziano però a notare le prime pecche, frutto, credo, di inesperienza. Sono infatti numerosi i banchi d'assaggio lasciati incustoditi per tutta la mattinata, segno, forse, di una partecipazione poco motivata all'evento(in questo caso per l'azienda l'effetto è quello di un boomerang, sarebbe stato forse preferibile non partecipare affatto), mentre altre aziende presentano i vini a temperature grossolanamente sbagliate con bottiglie di bianco a temperatura ambiente e al contempo si perdono le tracce delle bottiglie d'acqua, spesso nascoste, che invece sono utilissime sia per sciacquare i bicchieri che per togliersi la sete.
Anche il capitolo bicchieri, nella foto, mostra luci e ombre: molto gradito come omaggio(a fronte di soli 7 euro di ingresso) ha la caratteristica di essere molto, troppo, piccolo e sebbene molto carino da esporre sulla credenza, non permette certo un'adeguata degustazione.
Meglio, decisamente meglio, il capitolo vino dove cattura l'attenzione la svolta "naturalista" di Poggio Argentiera dove il vino simbolo, per me, della Maremma grossetana, il Capatosta, abbandona, in parte nel 2008, del tutto nel 2009, la barrique(come preannunciato) in favore di legni meno invadenti: la bevibilità ne guadagna esponenzialmente e anche la piacevolezza, tanto che risulta difficile non finire il bicchiere. Per chi riuscirà a superare lo shock cromatico, il 2009 complice anche l'annata è irriconoscibile alla vista, si prospettano grandi soddisfazioni. Note positive anche per Ciliegiolo Vallerana Alta, già recensito, che in questo ulteriore affinamento in bottiglia ha digerito ancor meglio l'apporto dei legni.
Si sta muovendo in questa direzione, seppur con più cautela, anche Ampeleia con vini meno "lavorati", ma che comunque mantengono la complessità che rimane la spina dorsale del progetto: di certo i vini più "mediterranei" della zona, bevibilità a ottimi livelli sin da adesso per il Kepos 2008, mentre all'Ampeleia 2007 si potrà concedere tranquillamente ancora un po' di riposo.
Ottimo il lavoro anche di Salustri con il Marleo 2009 che chiede un po' di pazienza, mostrando ancora un tannino d'attacco, mentre il Grotte Rosse e il Santa Marta 2008 si confermano ai vertici della denominazione Montecucco Sangiovese.
Un'ultima nota su un'azienda di cui ho spesso apprezzato la produzione, Poggio Nibbiale, che seppur con una diversa chiave stilistica, realizza un Morellino base e un Morellino Riserva di estrema piacevolezza e con un rapporto qualità/prezzo estremamente conveniente.
Queste le mie impressioni, tornerò comunque sull'argomento Maremma Wine Shire a brevissimo, visto che offre diversi spunti di riflessione.

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