mercoledì 2 marzo 2011

Stasera mi butto!


Chiunque segua le diatribe enoiche, più o meno avvincenti, sul web e ne scandagli la miriade di blog alla ricerca di informazioni e dritte, non potrà non essersi imbattuto in Gianpaolo Paglia: il patron di Poggio Argentiera è uno dei più attivi e acuti utilizzatori di questo mezzo, sia attraverso il suo blog che con interventi su quelli altrui.
Molto meno conosciuta, ai più, è l'altra faccia della medaglia di Poggio Argentiera, ovvero Antonio Camillo: Antonio cura la parte tecnica dell'azienda, insieme a Gianpaolo, ma non ha un profilo facebook, nè tanto meno un blog, non interviene nei dibattiti tra modernisti e tradizionalisti, ma piuttosto se ne sta in cantina ad assaggiare e riassaggiare i suoi prodotti, o in vigna a slupare piante di Ciliegiolo, vecchie di decenni.
Nascono così, da una costola di Poggio Argentiera, i vini di Antonio Camillo, vignaiolo in Maremma: fino ad oggi erano stati "Principio", ciliegiolo, e "Alture", sauvignon, a far parlare di sè, seppur con sensibili differenze tra le diverse annate(ricordo con estremo piacere il 2007 di Alture per esempio).
Da oggi la famiglia si allarga con un nuovo ciliegiolo, il "Vallerana Alta IGT", ottenuto da una vecchia vigna collocata pochi chilometri a nord di Capalbio, recentemente presa in affitto.
Si è imbottigliato in questi giorni la prima annata, appunto, il 2008 e credo di avere l'onere e l'onore di scriverne per primo, grazie alla generosità, un filo interessata, di Gianpaolo.
Il vino illumina il bicchiere di rosso rubino e si aggrappa al vetro con l'intenzione di lasciarlo il più lentamente possibile, formando archetti molto fitti e dando l'impressione di non avere a che fare con uno dei tanti Ciliegiolo di pronta beve che, più o meno correttamente, vengono prodotti in Maremma.
"Sa di ciliegia", sentenzia mia moglie, e non le si può certo dar torto: la prima impressione, la più netta è anche la più tipica di questo vitigno e non viene certo oscurata dalla maturazione in legno(500 litri di secondo passaggio); le successive olfazioni, effettuate anche ad ore di distanza, rivelano anche una prugna ben evidente, che col tempo tende a sopraffare la sensazione iniziale e una speziatura elegante che rimane in sottofondo.
Un crostino toscano prepara la bocca all'assaggio: i profumi ritornano in bocca con la ciliegia che si combina al calore alcolico in una piacevole sensazione di Mon Chéri, ma quello che più colpisce è la conduzione del tannino. All'ingresso sembra non esserci, ma come una bella donna si fa solo attendere, giungendo dopo pochi istanti ad asciugare la bocca e a preparla ad un nuovo sorso.
Lo aiuta in questa impresa un'acidità ben presente, nitida che ci fa ben sperare per un'evoluzione futura della bottiglia, mentre una nota peposa, piccante ci accompagna anche quando il sorso ormai si è esaurito.
Se ne vanno così altri crostini, piccole fette di salame e un pregevole spezzatino di chianina coi funghi.
E arriva il momento del congedo, con l'intenzione di assaggiare domani quelle due dita di liquido che son rimaste, alla ricerca di qualche piacevole sorpresa.
Sembra concretizzarsi, in questa bottiglia, l'intenzione dichiarata di Poggio Argentiera di produrre sempre più vini da bere, meglio se durante i pasti, a scapito di quei vini celebrali di cui tanto si chiacchiera e poco si beve.
Una nota di merito anche per l'etichetta del "Vallerana Alta", tutta giocata sull'eleganza, con ben chiare le informazioni essenziali e con un evidente ed apprezzabile tocco femminile.
La produzione di questo vino è limitata a 1200 bottiglie all'anno(quello può dare la vigna) che saranno disponibili in enoteca e online a circa 14 euro.
Un prezzo adeguato per una bottiglia che offre varie sfaccettature a chi si presti attenzione, ma che si fa anche bere tutto d'un sorso a chi abbia voglia di un vino buono, senza tanti ragionamenti.
Una nuova dimostrazione che il Ciliegiolo brilla anche di luce propria e che può rappresentare una risorsa per la Maremma.

4 commenti:

  1. insomma,ti e' piaciuto o no? :)
    Per quanto riguarda la nota di prugna, per me e' una bellissima sorpresa, sembra sempre di piu' uscire fuori da questi vini, specialmente nell'annata 2009. Da maggiore complessita e freschezza. Apprezzo molto anche la tua nota sul tannino, che e' una delle cose che piu' mi piace in questo vino. Posso riportare integralmente il tuo post da qualche parte sul mio blog (ancora devo rimetterlo a posto dopo la migrazione recente)?

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  2. Mi dispiace se non si capiva, provo ad ovviare.
    Per quanto riguarda la divulgazione è tutto tuo, ci mancherebbe...ci vediamo a Lido di Camaiore, salvo imprevisti.

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  3. Bene bene... da quel che leggo mi aspetta un'altra conferma della bravura di tutto lo staff di Poggioragentiera.
    Stapperò anch'io nei prossimi giorni... venerdì o domenica, a seconda del menu.
    :-)

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  4. Portatelo al Vinitay, please. Finora il Principio era il mio Ciliegiolo di riferimento, ora sono curiosissima di assaggiare questo.
    :-)

    Lizzy

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