venerdì 11 febbraio 2011

Harakiri ilcinese




Non è stata una mia scelta, ma a Montalcino ci sono nato.
C'era nata prima di me una metà buona della mia progenia e, nonostante i suoi abitanti spesso non facciano grandi sforzi per risultare simpatici, devo confessare di essere affezionato a questo paese, che, anche se vorrebbe esser città, sempre paese rimane.
Nonostante il PIL da città infatti, del paese mantiene le dimensioni e, soprattutto, la mentalità: chiusa, autarchica, arroccata, come già la sua collocazione lascia intuire.
Grazie a Dio, vorrei aggiungere, perchè se Montalcino è diventato quello che è, lo deve alla Natura ma anche all'integralismo e alla cocciutaggine dei suoi abitanti e dei suoi agricoltori.

Poi capita che arrivino i soldi. Tanti, non proprio per tutti, ma per molti.
E così molti agricoltori diventano imprenditori, alcuni imprenditori diventano speculatori, i quintali di Brunello si moltiplicano, qualcuno inizia a mormorare, qualcuno ad indagare e qualcun'altro a patteggiare.
Il Sangiovese perde il monopolio, i vitigni internazionali indigeni o importati, prendono piede e si accomodano alla chetichella nella Doc "Sant'Antimo".
Ma si sa, sono tempi di crisi, il mercato non tira granchè, le cantine traboccano e così invece di sforzarsi per fare prodotti migliori(si può), per promuovere meglio quelli che ci sono o, eresia, per contenere i prezzi che si fa?
Si diluisce il marchio, permettendo un 15% di altri vitigni nel Disciplinare del Rosso di Montalcino.
Eh sì, perchè da sempre il problema insormontabile del Sangiovese è che...sa troppo di Sangiovese, come già la storia del Chianti ci insegna.
Non sono un enologo e neanche un esperto di marketing, per cui non provo neanche a spiegarvi perchè, ma a me mi sembra proprio una grande cazzata, un'idea miope che non dovrebbe neanche sfiorare un Montalcinese. Tutto qui.
Non sono in grado di spiegarvi perchè, ma ho la netta sensazione che sarà un grossolano errore cui si potrà rimediare soltanto facendo retromarcia quando il marchio sarà già "sputtanato".

4 commenti:

  1. Bravo Alessandro, direi che condivido tutto, particolarmente le ultime sei righe.
    Sarà una mossa di cui qualcuno si pentirà amaramente, e sarà il mercato stesso a spiegarglielo: con una bella pedata! :(
    Comunque, guarda, sto elaborando il lutto e penso che chi farà blend non avrà grand diritto di lamentarsi dopo, se lo sarà cercato e meritato. Chi avrà comunque successo, con il sangiovese 100% (vero, non solo dichiarato) potrà dire di aver superato anche questa difficoltà. Questo non vuol dire che apprezzi la situazione che sta per crearsi, anzi... ma bisogna fare di necessità virtù. Ora più che mai, selezione e divisione netta tra produttori virtuosi e produttori mediocri-pessimi.

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  2. Sì, Davide Bonucci@, ma continuo a pensare (anche perché me lo fanno pensare i produttori) che obbligheranno tutti (cercheranno almeno) a fare il blend o morire.
    Perché - come dice bene una ragazza mia parente (che produce), come verranno giudicati i non blend da una commissione che ha in mano un disciplinare diverso?
    Inoltre: questo è il primo passo. Il consorzio 'aprirà' i confini, farà in modo da sfumare sempre di più i disciplinari, nell'interesse di pochi che tirano le fila e contro quello dei molti ilcinesi che sono stati veri e propri gonzi, intimiditi dal mercato e dalla muscolarità esibita da alcune aziende...

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  3. Cercherò di parlare con più produttori possibile, da venerdì a lunedì. Ancora più importante che assaggiare Rosso e Brunello.
    Ho parlato al telefono, di persona, letto le opinioni di diverse aziende, ma voglio avere un quadro che mi faccia capire cosa pensa davvero la coscienza collettiva dei produttori di Montalcino in questo momento, peso del voto/ettari a parte.

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  4. la coscienza collettiva è più attenta e consapevole di quanto io immaginassi...

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