lunedì 1 novembre 2010

Bagoga




Se quel 2 luglio 1970 Samanta fosse arrivata prima al bandierino, i contradaioli della Civetta avrebbero festeggiato per settimane e noi staremmo qui a raccontare un'altra storia.
Resta infatti quello l'unico Palio corso da Pietro Fagnani, col soprannome di Bagoga.

Per ironia della sorte, 40 anni dopo, affamati, quando andrete chiedendo della "Grotta di Santa Caterina" difficilmente troverete conforto nelle indicazioni degli interpellati, mentre verrete subito esauditi se chiederete di Bagoga.
Se infatti la carriera di fantino non è mai decollata, ben altro esito ha avuto quella di ristoratore: ai fornelli Pietro tira fuori il meglio che le sue radici(ilcinesi) e la sua ricerca(chiantigiana) possano dare, sciorinando ricette ormai mandate a memoria che non tradiscono mai.
Accolti in un ambiente rustico, ma molto curato, ai limiti del romantico, da camerieri, tanti, in giacca e cravatta vi troverete ben presto a sfogliare il ricco menù basato sulla tradizione e ci sarà davvero l'imbarazzo della scelta: tra gli antipasti incuriosisce il tonno del Chianti(arista cotta al vapore e conservata sott'olio a mo' di tonno) ed entusiasma il carpaccio di Chianina, saporito e tenero allo stesso tempo, mentre tra i primi abbiamo optato per i classici(ribollita, pappardelle al cinghiale etc etc) rimandando alla prossima visita le specialità di Bagoga(su cui non mancano i pareri entusiasti).
Vasta scelta anche tra i secondi con spezzatini di una tenerezza insperata, in versione classica e "peposo"(strepitoso), tagli poveri, come la trippa, ben cucinati e un'ampia esposizione di vari tagli di Chianina da cuocere sulla griglia.
Per concludere piccola lista dei dolci con preparazioni di vario livello, dagli immancabili tiramisu e pannacotta ad una delicata torta di riso o al poco conosciuto panpepato di Asciano in abbinamento ragionato con vini da meditazione.
Ottima scelta di bottiglie di buon livello in prevalenza toscane, con una piccola lista di produttori biodinamici, da cui abbiamo attinto, incuriositi, un Chianti 2009 di Michele Giorgio, un prodotto beverino, morbido(piccole percentuali di merlot e 8 mesi di legno piccolo) diverso dai canoni classici del Chianti, quasi femminile, ma proposto comunque ad un prezzo corretto, 14 euro.
E proprio il prezzo è uno dei punti di forza di Bagoga, perchè a fronte di quanto riportato sopra, non si esce dal locale con le ossa rotte, come avviene invece in molti locali della Città del Palio: i 25 euro finali sono ben spesi e ci sorprendono perchè risultano comunque inferiori alla somma algebrica dei prezzi indicati nel menù, con un simpatico e consistente arrotondamento a nostro favore.
Alcune piccole indicazioni pratiche, per concludere: nel fine settimana prenotate con anticipo se volete mangiare e nella bella stagione prenotate fuori, nei tavoli apparecchiati lungo la via, l'ambientazione sarà speciale.
Brutte notizie solo per i tiratardi, la cucina alle 22 chiude.

Ringraziamo quindi Bazza, che quel pomeriggio di luglio 1970, condusse Topolone(e non era impresa impossibile) alla vittoria per i colori della Giraffa(vedi qui).

1 commento:

  1. Un immenso grazie per una recenzione che ci riempie di gioia. Fa piacere leggere che il nostro lavoro viene cosi ben apprezzato. Ti aspettiamo per la prova delle specialita' di Bagoga e magari qualche nuovo esperimento!
    Bagoga e il suo staff

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