martedì 10 agosto 2010

La via della seta


Se l’intenzione era quella di produrre seta, come dichiarato dai proprietari di Ampeleia, 50 ettari dislocati in diversi territori intorno a Roccatederighi, lo scopo sembra davvero raggiunto oltre ogni ragionevole dubbio.


Prendete l’annata recente più calda che vi ricordiate(bravi il 2003, l’estate infiammata), poi prendete il vitigno internazionale più ostico che vi sovviene(Cabernet Franc), metteteci il vitigno toscano più ostico(Sangiovese) e una spruzzata di Merlot(10% cito a memoria). La seta, carissimi, sarà l’ultima cosa che vi aspetterete di assaggiare.

E invece la seta c’è, frutto di non si sa quale alchimia della natura, sicuramente aiutata dall’altitudine degli impianti, dall’utilizzo dei legni, da quel goccio di Merlot, ma c’è.

Vi meraviglierà il rubino compatto del bicchiere e vi meraviglierà soprattutto l’assoluta secondarietà degli aromi vegetali, tipici del Cabernet Franc. Troverete invece frutti scuri in abbondanza, note terrose di sottobosco(meraviglie del Sangiovese), mentre in bocca apprezzerete la piacevolezza del sorso e l’eleganza del tannino: mettetelo in tavola e lo vedrete scomparire.

Sicuramente un vino poco “estivo”, ma se anche a voi piace sperimentare, basterà un piccolo passaggio in frigo.

L’annata non è quella in commercio attualmente, ma trattandosi dell’ultima edizione con questo schema(dal 2004 si sono aggiunti altri 5 vitigni in sostituzione del Merlot, ma ne parleremo quando stapperò il 2004), credo che valga la pena di acquistarne qualche bottiglia(non vi sarà impossibile reperirla) anche per seguirne un’eventuale ulteriore evoluzione.

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