martedì 10 agosto 2010

Senza fiamma


Quanti modi conoscete per cuocere la pasta? Parlo di tortiglioni e rigatoni, di fusilli e spaghetti, di alimenti quotidiani il cui metodo di cottura è talmente consolidato nella cultura popolare, da essere considerato un dogma. Un litro di acqua per ogni etto di pasta, un tot di sale(sforzatevi di trovare la vostra giusta misura a occhio, il cucchiaino è una misura fredda e sterile) e quando si arriva ad un bollore irruento(mandate in vacanza l’ansia per una volta) il giusto tempo di cottura secondo il formato e il gusto personale.


Il risultato lo conosciamo tutti, il piatto italiano per eccellenza, il protagonista di tavolate sontuose o di veloci spaghettate. Un trionfo.

E se vi dicessi che esiste un’alternativa a quanto appena esposto, che esiste un metodo almeno altrettanto buono per cuocere alla perfezione le vostre penne preferite(un giorno vi parlerò delle mie), un metodo che vi fa anche risparmiare? Non ci crederete, ma questo metodo esiste davvero, ho avuto modo di sperimentarlo grazie alle indicazioni dell’ottimo Luciano Mallozzi, anche se l’idea è riconducibile al Cav. Agnesi(quello dell’omonima pasta naturalmente) ed è di facilissima esecuzione.

Occorrono soltanto un paio di asciughini(o posatini che dir si voglia): mettete sul fuoco le normali proporzioni di acqua e sale(magari utilizzando il coperchio per risparmiare tempo e gas) e quando l’acqua bolle, buttate la pasta mantenendo il fuoco vivo per due minuti. Spegnete quindi il fuoco, mettete il coperchio e poggiate sullo stesso gli asciughini, per limitare la dispersione di calore. Lasciate riposare per il tempo di cottura indicato sulla confezione e scolate. Avrete una pasta perfettamente cotta e l’acqua di cottura, contrariamente a quello che succede con il metodo tradizionale, sarà limpida, segno che le sostanze nutritive sono rimaste nella pasta e non si sono disperse nell’acqua.

Provate e fatemi sapere, buon appetito.

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